In una cittadina rurale, nel nord del Portogallo, si disputerà il girone 3 del Main Round di EURO 23. La manifestazione al femminile, garantirà alla prima classificata l’accesso alla Final Four dell’Europeo di futsal.
Fafè è incastrata a due passi da Guimarães, circondata dalle vigne, da colline pigre e da una architettura che ricorda il Brasile in maniera particolarmente sospettosa.
Nel palazzetto cittadino, l’Italia si gioca una storica qualificazione.
Contenderà il biglietto per la fase successiva, alle finaliste delle prime due edizioni. Le padrone di casa del Portogallo. Le lusitane arrivano da una deludente, doppia sconfitta con la Spagna. Criticate dagli addetti ai lavori, perché rappresentano la macchia sul progetto vincente del futsal portoghese.
Italia e Portogallo, arrivano probabilmente in un momento generazionale molto simile. Le lusitane, non vedono certo ringiovanire un nucleo storico, quello che le ha condotte a competere ad altissimo livello negli ultimi otto anni. Sei di questi passati a contendere senza successo, lo scettro di Campioni d’Europa alla Spagna.
il futsal femminile non ha un mondiale, uno vero. Non ha una UEFA Futsal Champions League. EURO 23, rappresenta l’unica manifestazione internazionale ufficiale nel panorama del futsal femminile.
È LA MANIFESTAZIONE.
L’Italia arriva a questo appuntamento pivotale, con molti volti nuovi, alcune veterane per le quali anagraficamente, questa è probabilmente, l’ultima occasione per competere a livello internazionale.
La struttura geopolitica dei gironi ha sempre opposto le azzurre alla Spagna e ora al Portogallo. Nessuno dubita che probabilmente essere sorteggiate in un girone, senza le due volte campionesse d’Europa o le due volte vice campioni d’Europa, possa essere d’aiuto a raggiungere la qualificazione.
Battere il Portogallo, per l’Italia femminile, sarebbe un avvenimento “storico” perché non è appunto, mai successo prima. S’affronta uno scoglio che è indubbiamente tecnico, probabilmente tattico e decisamente emotivo.
Perché sebbene lo si sussurri solo nei corridoi bui e polverosi, nessuno s’aspetta di vedere il Portogallo sconfitto dell’Italia. Può accadere? Certo. È altamente probabile, no. Questo non vuol dire, sia impossibile.
Se il Portogallo, non dovesse qualificarsi al Main Round, difficilmente A Bola pubblicherà un pezzo stile: “grazie lo stesso”. Due sconfitte in amichevole sono valse tre giorni di dissertazioni pubbliche al retrogusto di vetriolo.
Forse questa è una di quelle differenze, fondamentali tra l’approccio portoghese al futsal e quello italiano. Noi siamo quelli del “grazie lo stesso”, loro sono quelli del “Non basta, avete fatto pena”.