Nel futsal, quello italiano, alcune partite, da tifoso, ammesso che tu esista, le puoi solo immaginare. Quelle della nazionale femminile di futsal. Anche se è una semplice amichevole, lo puoi seguire solo attraverso un bollettino dell’EIAR, sorry della FIGC, oppure attraverso qualche improvvisata mono centrica diretta testuale.
Il calcetto a cinque è così, capace di ignorare anche le più elementari norme di comunicazione, tirare fuori dal passato un “live blog” perché tanto se sei fermo all’intervista doppia delle Iene e le teste parlanti, non è possibile aspettarsi altro.
Questo ritorno al web degli albori si verifica mentre qualcuno, ritiene che piratare su YouTube la Supercoppa del Portogallo, al maschile, valga il rischio. Così dalla Russia con amore, l’appassionato può seguire una partita tiratissima, in un palazzetto stracolmo. Di tifosi, quelli con le bandiere, le maglie della squadra del cuore indosso e tutto il repertorio.
In campo anche un tesserato del Napoli Futsal. Ricordate la diatriba contrattuale tra il club partenopeo e il Benfica? Bruno Coelho era in campo, da protagonista. In Italia siamo Figli di un Dio minore o probabilmente figli di nessuno.
Cosa accadeva a Salsomaggiore, la Silent Hill italiana, quando le Azzurre incrociavano il campo con l’Olanda? Dipende dalla cronaca, dalla qualità delle vostre letture. Potrebbe essere stata una partita dove l’Italia è andata in campo con un solo giocatore, oppure dove ne mancava uno anche dal tabellino.
Potrebbe aver esordito un certo giocatore dal cognome molto simile a quello convocato, oppure potrebbe essere andato in campo, solo il portiere dei Paesi Bassi. Il risultato però, quello è certo: 5 a 3 a favore dell’Italia, anche i marcatori, combaciano.
Al netto di qualsiasi possibile risultato finale, l’ostacolo delle azzurre si chiama Portogallo. Il due volte finalista dell’europeo. L’Olanda ha in comune con le lusitane, il calcare un campo quaranta per venti per allenarsi, ad essere molto generosi.
L’Italia ha in comune con l’Olanda, il non essere mai arrivata ad una Final Four dell’Europeo e attendere come tutto il movimento femminile, che la FIFA organizzi un vero Campionato del Mondo di futsal. Ma se del movimento femminile non importa nemmeno alla federazioni nazionali, sarà una lunga battaglia.
Come quella che quindici giocatrici della nazionale spagnola di calcio, compresa Alexia Puntellas, vincitrice del Pallone d’Oro, quello vero di France Football e eletta nello stesso anno sia UEFA Women’s Player of the Year che The Best FIFA Women’s Player, stanno combattendo contro il proprio Commissario Tecnico.
Le giocatrici con quindici email, tutte uguali hanno dichiarato di rinunciare alla convocazione fino alla rimozione dell’attuale commissario tecnico Jorge Vilda. La diatriba che spazia da questioni tecniche e tattiche a un possibile disagio emozionale, è finito sulle pagine del maggior quotidiano spagnolo, El Pais.
Restando in tema di nazionale, osservando una delle partite della Serie A maschile, in onda dalla Silent Hill tutta verde, m’ha colpito non solo la prestazione del portiere della Sandro Abate, Gianluca Parisi, ma il leggere i nomi di due portieri sulla panchina campana.
Uno di quei due nomi è titolare della nazionale maschile di futsal. Basterebbe quindi un semplice sillogismo per poter affermare che Parisi merita un posto in nazionale. Non che la filosofia aristotelica sia infallibile, ma ogni tanto è divertente adoperarla.