Buco in distinta

Sono sempre stato e rimango, un avido lettore. Leggo letteralmente di tutto.
Dal manuale di volo del Buran alle delibere del giudice sportivo. Perché c’è sempre qualcosa da imparare.

Scorrendo il dispositivo della giustizia sportiva, emesso dopo la prima giornata, vengono elencate cinque squadre, della Serie A femminile di futsal, multate per non aver inserito nella distinta di gioco, il numero minimo di giocatrici: dodici.

Non ventidue, non diciotto. Dodici.
Leggendo alcuni titoli in giro per il web, m’è capitato d’incappare in un “30 in qualcosa per le under”, che alla luce di quanto dichiara il giudice sportivo, suona esattamente come la pubblicità degli occhiali a raggi x, che compariva nella quarta di copertina in certe riviste degli anni 80.

Record di iscrizioni in under 19, obbligo ad iscrivere la squadra. Già iscrivere, versare l’iscrizione, non deve poi davvero giocare, vero? Perché difficile spiegare come sia possibile, nel caso queste squadre esistano, non trovare due ragazzine da mandare in panchina ad indossare la pettorina.

Record di iscrizione al campionato Under 19, ma va? È obbligatorio, ripeto obbligatorio iscriversi. Normale ottenere un record, devi sommare tutte quelle squadre forzate a farlo.

Ma se è necessario un obbligo, per indurre le società a formare un settore giovanile, a queste società del calcetto a cinque, quanto interessa davvero, l’attività degli under?

In fondo al netto della scarsità di giocatrici, evidente, si può ricorrere sempre a qualche escamotage. È sufficiente un dirigente, come fanno nel maschile. Ricordate vero il cinquantenne spesso in panchina in una nota squadra di Serie A maschile? Una soluzione creativa si trova, siamo in Italia.

Basterebbe versare l’iscrizione, produrre un po’ di carta, pagare la sanzione per il ritiro della squadra. Voilà. Non avete fatto l’under, però avete contribuito al recordi di iscritti. Anche un po’ a quello delle rinuncie. Ma non importa.

Quello che mi colpisce però oltre, la chiara dissonanza tra le dichiarazioni strombazzate e la realtà, è questa pervicace necessità di alcuni presidenti a partecipare alla massima categoria nazionale di una disciplina.

Se mancano le risorse, anche umane, perché iscriversi e partecipare in mezzo a mille ristrettezze. La penisola italica è percorsa, in lungo e in largo, da campionati CSI, senza obbligo di trasferta. Senza obbligo e basta.

Forse una risposta almeno al femminile c’è, ma non è sportiva. Risiede nella facilità con la quale s’arriva sotto i riflettori. Basta vincere un campionato regionale e s’arriva su Sky.

Sufficiente infatti, approdare nella “C con le trasferte più lunghe” e s’accendono già le luci, i lustrini piovono dal cielo e si alzano gli ormai famigerati trofei da settantacinque euro, spedizione compresa.

Non importa cosa accadrà domani, oggi festeggiamo. Il record di iscrizioni al campionato under 19, quello che ci regalerà sono sicuro la nostra Irene Cordoba. Un po’ come sono sicuro che gli occhiali a raggi x, funzionano davvero.

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