Hello mister, welcome to the Champions League. Si, anche nel futsal. Uefa Futsal Champions League. Vera, ufficiale e riconoscibile. Come quella del calcio. Niente tornei ad inviti, tornei amichevoli, commemorativi.
Il continente europeo, come quello sud americano, anche nel futsal ha la sua coppa per club. Non un patrocinio, non uno stemma, organizzata dalla UEFA . Quella in corso in questi giorni è la fase preliminare della Coppa dei Campioni che indicherà quali squadre accederanno al Main Round.
Squadre dai più reconditi angoli del futsal europeo. Eccole queste capitali del calcio trasformate in banlieu del calcio a cinque. Futsal quasi a fondersi in una sorta di sub cultura letteraria, s’agita con fermento nel sotto bosco del calcio.
Partite per formare un Main Round che vedrà esibirsi l’Eboli, dopo la rinuncia del Pesaro. It’s a shame. Ma funziona così, in questo sport che vuol diventare grande ma fa di tutto per non esserlo. C’è chi rinuncia per non fare “brutta figura” mentre il presidente dell’Istambul è fierissimo d’aver partecipato, anche solo alla riunione preparatoria all’evento.
Preliminari nei quali s’affrontano squadre di sparuti villaggi o di grandi città, in una serie di incontri che potrebbero essere definiti come l’anello di congiunzione tra il calcetto e il futsal. Risultati larghi, a volte larghissimi come un diciassette a zero che somiglia appunto, più ad una partita di calcetto del giovedì sera.
Incontri trasmessi in diretta, con più di una telecamera, commento, indicazioni dei falli, tempo reale e anche, con mia sorpresa, l’indicazione della durata del time out. Questo è ormai lo standard, anche se in Italia ci si continua a meravigliare quando accade.
Squadra del Lussemburgo imbottita di portoghesi. Brasiliani anche naturalizzati italiani in ogni dove, miracoli maltesi, così senza riprese cinematografiche. Il tabellone del Main Round della prossima Uefa Futsal Champions League, si delinea sempre più chiaramente.
Basta scorrere anche distrattamente i tabellini delle squadre, sul sito ufficiale UEFA, per accorgersi che delle rappresentative nazionali, al di fuori dei nostri confini peninsulari, non deve importare molto. Non si spiegherebbero altrimenti quei roster imbottiti di stranieri.
I risultati spesso larghi nel punteggio, ribadiscono la continentale tendenza di pensiero. Non importa molto quello che il tabellone indica. È importante partecipare, per fare lustro internazionale al proprio campionato.
Squadre irlandesi, tedesche, turche o anche fossero solo del circolo canottieri della Moldova, si sono allineate, orgogliose di partecipare ad un evento che non possono chiaramente vincere.
Per valorizzare il loro patrimonio tecnico, per quanto piccolo. Perché in fondo la UEFA ti rimborsa le spese se organizzi l’evento, perfino se viaggi verso l’evento. Perché è la UEFA Champions League e non il torneo del villaggio vacanze.
Val la pena di partecipare ad una manifestazione ufficiale UEFA, sempre. Chiedete alle squadre femminili europee di futsal, se non preferirebbero avere una vera Champions League da sostituire ai tornei ad inviti (ben due la scorsa stagione) e dichiararsi vincitori di “chamBions” che non esistono.
Rinunciare, auto escludersi, elidersi da una manifestazione continentale ufficiale: It’s a shame, come mettere l’ananas sulla pizza.