Il cambiamento non è sempre per il meglio, tuttavia è spesso irreversibile. In un contesto come quello della comunicazione sportiva, la convenienza batte l’usabilità.
In un ambiente restio al cambiamento, ancorato ad un passato che non era più bello solo perché eravamo giovani, questi ultimi anni sono sembrati una corsa impazzita, verso il futuro.
Probabilmente somigliano anche ad una rincorsa, ad un pubblico che consuma in maniera profondamente diversa il prodotto sportivo. Non parlo ovviamente solo di calcio, ma fosse anche il calcetto a cinque italico, farebbe poca differenza.
Avete mai ascoltato il racconto di una partita su DAZN? Mentre imprecate per il disservizio, potreste fare attenzione ad una frase che ripetono spesso le voci al commento: “Appuntamento sulla nostra APP”.
Le app, short for applications, non sono solo confinate al vostro telefono, ora popolano anche lo schermo del vostro televisore. Continuano a chiamarlo così solo i vecchi parrucconi, quei figli del boom economico troppo vecchi anche solo nei pensieri.
Il televisore è diventato schermo, lo schermo è anche portatile ed ecco così che anche il vetusto Skygo, diventa uno degli strumenti principali di consumo in Italia (statistica Auditel) del prodotto sportivo.
Uno sport di nicchia, come il futsal dovrebbe essere capace di guardare oltre, d’anticipare una tendenza così da essere già rilevante quando essa si rivela.
In realtà questo calcetto a cinque è sempre di ricorsa.
Arriva tardi su RaiSport, diretta allora da quel Variale che era probabilmente, più impegnato a fare lo stalker alla sua ex che a dirigere la rete tematica della Rai.
Si costruisce la prima casa del futsal in subaffitto a Michele Criscitiello, i cui programmi sportivi assomigliano più ad un Colpo Grosso di Umbero Smaila che a un Novantesimo Minuto di Valenti. I millennials possono usare il “tubo” per farsi una idea dei programmi che ho citato.
Si approda su Sky Sport, quando però sono scappati già i buoi del calcio e quindi c’è da riempire la stalla. La narrativa dell'”andiamo su sky,” somiglia più agli slogan sulla battaglia del grano nel 1925.
Mentre gli spettatori sono altrove, l’emorragia di consumatori e quindi spettatori è non solo confinata al broadcaster ma s’allarga al vettore. Eppure la Futsaltv, soprattutto quest’ultima versione, non dovrebbe costituire il complemento ma l’ossatura della produzione del futsal italiano.
Estendere la conversazione alla qualità del prodotto richiedere uno spazio apposito, qui mi soffermo sulla strategia editoriale. Supponendo che ne esista una.
Quella adottata tanto dai club, a parte rare eccezioni, che dagli organi istituzionali è vecchia, nell’accezione demografica del termine. Parla ad un pubblico già fidelizzato, ancorato a schemi come festeggiare “xmillemila followers”, “interviste doppie” e “talking heads” anche il custode del palazzetto, come nuovo membro della squadra.
Ogni tanto spunta un “coccodrillo” che genera sempre dei clicks, una sorta di sicurezza: “come la morte e le tasse”, appunto. Si continua da anni a perpetuare lo stesso linguaggio, meravigliandosi poi che i risultati non cambiano.
Ottocento visite mensili del portale che c’ha i gradi come la vodka fatta in casa, costituiscono un valore risibile. Ma non importa perché quella non è una comunicazione rivolta ad un pubblico. Si tratta più di una raccolta di veline aziendali. Ci meravigliamo però che al di fuori di questa bolla, siamo ignorati.
Lì fuori, in un ambiente che non è piegato e piagato dal servilismo, ci sono una marea d’occasioni per farsi conoscere. Per portare il messaggio futsal italiano, fuori dal buco in cui è stato cacciato.
Futsal Indonesia, come hashtag su Tik Tok, ha 4.1 miliardi di visualizzazioni. Calcio a 5 o futsal italia, non passano i 50 milioni. Il femminile addirittura è inesistente, numericamente. Tutto questo mentre Reddit, lancia le sue dirette audio e lì il futsal italiano proprio non esiste.
Già perché in Italia, in un misto di pigrizia intellettuale e ignoranza, siamo ancora fermi a facebook, che tra l’altro ora è Meta e devo ricordarmi di cambiare l’account per il mio Quest 2 che ora posso usarne uno personalizzato.
Non sapete di cosa parlo, è proprio lì, il problema.