La vicenda che vede coinvolto, suo malgrado il Napoli Futsal, non è solo una pruriginosa questione formale e regolamentare. Costituisce un sentimento, una percezione esterna di quello che è il futsal italiano.
Bruno Coelho e Nejc Hozjan, entrambi tesserati per la compagine partenopea, presieduta da Serafino Perugino, sembrano essersi accasati altrove anche se ancora sotto contratto con il Napoli.
Breve riassunto, largamente incompleto della vicenda, tuttora in divenire. Hozjan è stato addirittura tesserato da una squadra spagnola, sebbene nessuna comunicazione ufficiale sia intercorsa tra le federazioni.
Gli aspetti regolamentari e legali, meritano un approfondimento a parte. La questione del futsal italiano, considerato quantomeno marginale, dovrebbe diventare invece, centrale in un concerto di attività tese a proiettare la disciplina ad un livello di consapevolezza diverso da quello attuale.
Il futsal in Italia è una disciplina per dilettanti, costretta nei termini regolamentari redatti per uno status che è tale, solo nel Bel Paese. Per questa ragione ad esempio un club spagnolo può permettersi di offrire un contratto da professionista ad un giocatore con un accordo da dilettante. La FIFA ha equiparato l’aspetto legislativo ma non quello morale.
“Lì da voi è un dilettante. Qui è un professionista.”
Ho l’impressione, netta e fastidiosa, che in Italia, per molte dirigenze, questo status legislativo, costituisca una condizione di comodo.
Così subiamo l’arroganza dei conquistatores di fronte alle popolazioni maya. Si gioca di là, quel futsal che un tempo si giocava di qua. Continuando però a narrare in Italia, la storia d’un isola che non c’è.
Molti, troppi forse, nella penisola italica, si muovono tra le pieghe dei regolamenti. In un’area grigia fatta di piccole angherie e sotterfugi. Preoccupati dell’immanente, ignari d’un futuro che arriverà già a Gennaio.
Il Gennaio che sancirà la nascita della figura del lavoratore sportivo. Con doveri e oneri che rivoluzioneranno di fatto la gestione delle società sportive dilettantistiche. Ma anche questa è una storia da trattare, in una occasione diversa da questa.
Eccoli, come naufraghi sull’isola di Gilligan, molti dei dirigenti di questo futsal, intenti a guardarsi il dito con pervicacia, mentre qualcuno gli mangia il cuore. Letteralmente. Sette naufraghi, come sette sorelle.
Periferici a livello regolamentare e sportivo. Festeggiano l’arrivo d’un giocatore talentuoso in Italia. Solitamente però, ha la carriera sportiva in scadenza. Dibattono di arene, diritti tv, numero di formati e poi c’è chi non ancora ha terminato d’adempiere agli accordi con i tesserati, liberamente sottoscritti.
Se l’Inter di Zhang non compensava Sanchez da due anni, non è che ci possiamo stupire di quello che accade nel futsal, vero? Sbagliato. Non è che se qualcuno delinque allora delinquere non costituisce reato.