Lamiere

L’idea che qualcuno possa pensare di bere, mangiare e dormire qui, mi tormenta. Faccio fatica a comprendere l’idea che tutto questo, possa andare bene anche a una sola persona nel mondo.

Ecco forse è l’egoismo e l’ostentazione a comporre quella miscela esplosiva che devasta l’umanità. La latta rovente d’estate e gelata d’inverno è l’unica alternativa alla realtà, una strada più in là.

Eppure mi dicono che più di qualcuno, qui, non è disposto a scegliere altro. Le carcasse di mattoni, amianto, epatite e fango sono l’unica scelta possibile, rimanere. Orgoglio opposto alla dignità, affamati, ma liberi. Perché a volte l’ordine delle parole è fondamentale ed ecco, perché,  quello che io penso sia sinonimo di dignità per altri è solo sinonimo di corruzione.

Come del resto l’orgoglio, quello che per noi ha un’accezione al limite del negativo. Qui, tra freddo e acqua piovana putrida, vuol dire dignità. Essere liberi veramente significa non dover nulla a nessuno. Alle banche, ai colletti bianchi, ai venditori di fumo, alle mode, alle multinazionali e a questo mondo nel 2022.

Non piove, ma i volti sono tirati ai limiti della rabbia, ugualmente. Le vedette sono come cecchini: fanno passare controllando, controllano facendo passare. Due ragazze aprono la strada come se avessero le chiavi della coscienza, di ognuno di noi. Volti schiacciati, forme rotonde, dialetti e inflessioni lontane.

Qualcosa sta cambiando in questo continente rosso. Una carezza sul cuore ma intorno a me, i colori pastello delle lamiere. Ora e qui, se vuoi la sua mela, devi offrire qualcosa di valore di gran lunga superiore,  per averla.

Non di peggiore. Sei tu che vorresti comprarla, lei non la sto vendendo. Non sono stupida, sola libero. Veramente. Le mie scarpe sul selciato, il suono d’un percorso fatto di sassi, tanti e di sorrisi troppi. Pechè non li comprendo, ma vorrei.

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