Rui Costa e il suo Benfica

Il Benfica di Manuel Rui Costa, riporta a casa i suoi campioni.
Nella scorsa stagione, la sua elezione a presidente del club, seppur controversa, non era arrivata in tempo per fermare la diaspora di campioni, anche verso il Bel Paese.

Nel calcio a 5, questo s’era tramutato nel maschile, in un incremento del gap con lo Sporting Lisbona. Nel femminile, con la peggiore stagione degli ultimi sette anni. Accade così che Bruno Coelho, colonna della nazionale portoghese, torna ad inossare il “manto sagrado” dopo una stagione a Parigi e nel Napoli.

Fifò e Janice, giunte in Italia per indossare la maglia del Città di Falconara, tornano a Lisbona, cariche di trofei e onori. Hanno contribuito in maniera fondamentale ad uno storico triplete. Il Benfica femminile non è mai riuscito a sostituirle degnamente, ammesso che questo sia possibile.

Se per Bruno Coelho l’anagrafica è impietosa, alla soglia però dei 35 anni, è ancora giovane per gli standard geriatrici della Serie A italiana di futsal. Discorso ben diverso per le due giovani calcettiste.

Fifò è una millennials. Ventidue anni appena compiuti. Janice Silva di anni ne ha ventisei. Rappresentano, anche solo anagraficamente una tendenza opposta a quella che solitamente si riscontra nella serie a femminile, italiana.

Nessuna coppia di giocatrici, straniere, è riuscita ad imporsi così in fretta, nel campionato italiano. Riuscendo ad essere determinanti quando era necessario. Non il sesto gol al Padova fanalino di coda, ma la rete che serve a portarti in finale di Coppa.

Sono mancate tantissimo al Benfica, che le ha richiamate a casa. Nemmeno il prolifico settore giovanile delle Aquile è riuscito a produrre tanto in fretta quel genere di talento.
Si tratta di giocatori: generazionali. Quelli che vediamo una volta ogni 25 anni.

Il richiamo metropolitano di Lisbona. Il fascino del “manto sagrado”, non hanno paragone in Italia. Non c’è una Juventus. Basterebbe, credo, anche una AS Roma qualunque per generare una combinazione simile per seguito sportivo e metropolitano, alla fascinazione portoghese.

L’iniezione di talento non geriatrico, dovrebbe rappresentare una priorità, per una disciplina che non vuole terminare la sua corsa ripiegata su se stessa. Avviluppata dalla necessità di vincere: qui e ora.

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