Enzo e l’idea geniale di Ezeta

L’inizio della stagione agonistica del futsal è anche disseminato di cataloghi. Quelli dei fornitori di abbigliamento tecnico sportivo. Spesso è proprio da lì che anche società della massima divisione pescano, decisamente a caso, le divise da gioco per la stagione che li attende.

Molte, probabilmente troppe, di queste maglie sono decisamente orrende. Qualcuna brutta, nessuna bella. Nessuna. In un misto di soluzioni grafiche spesso dominate del “cuggino” grafico, non c’è da stupirsi. La superficialità con la quale però , gli addetti ai lavori liquidano la questione dell’immagine è invece sorprendente.

Imbattersi quindi nel lavoro di Ezeta non è solo una sorpresa, è una rivelazione. C’è qualcuno, nell’ambiente che è interessato allo storytelling sportivo. Basta scorrere il loro profilo Instagram e ritrovarsi esposti ad un lavoro radicalmente differente da quello in circolazione.

Enzo, una delle anime di questa operazione di fashion sportivo, m’ha prestato un po’ del suo tempo in vacanza per raccontarmi i concept alla base della sua startup. Il desiderio d’esplorare e percorre una strada di radicale mutamento non solo nel disegno delle maglie da gioco, ma e soprattutto nella progettazione del capo.

Compaiono così nella nostra conversazione: cartamodelli, tecniche di overlay, ricerca di materiali.
Enzo ha un tratto non comune: la curiosità. Vuole imparare. Se c’è da attaccare una patch alla maglia, diventa un esperto in colle per tessuti. Impara tecniche.

Il suo non è solo un viaggio culturale. Diventa un viaggio fisico. Alla ricerca dei materiali migliori, dei fornitori più adatti. Fuori dal circuito dei grandi marchi, insomma un po’ come se comprate un vestito della Brioni e uno di un brand da grandi volumi.

Parliamo di maglia come soggetto e non come oggetto. Capace di staccarsi dalla miriade di copie da catalogo, per avvicinare l’appassionato, non solo allo sport. Probabilmente gli studi da architetto di Enzo, hanno influenzato molto il design delle maglie. La ricerca della forma come strumento che possa influenzare il processo creativo.

Ezeta si muove in un ambiente nel quale il predominio è la forza motrice. S’affida però ad un approccio orizzontale quindi all’affiliazione. Nel fashion marketing, questa rappresenta una forza dirompente perchè offre una prospettiva di crescita costante e nel lungo periodo.

Le maglie da gioco di molte società di Serie A, non raccontano nulla, nemmeno se ve le spiegano. Sono uno spazio per affissioni pubblicitarie. Spesso d’un materiale chiaramente derivato dall’amianto. Sono un incubo metanfetaminico.

Non raccontano una storia, come non lo fanno i volantini dei supermercato che raccolgono le offerte in corso. Sono un pastrocchio di font e colori. Perfettamente dimenticabili. Impossibili da identificare. Se non per le firme che spesso facciamo apporre da chi le ha indossate.

Nel futsal, tutti sanno di tutto, finendo con non avere in realtà nessuna reale conoscenza. Così anche se qualcuno s’affida ad un professionista, finisce con il voler deturpare il lavoro per apporre il proprio sigillo. Un po’ come quegli animali che segnano il territorio, con le deiezioni.

Sapere perché nessuno compra le maglie del futsal?
Perché nessuno le vende, vero.
Ma, c’è sempre un ma: Perché SONO BRUTTE.

Fatevi un favore, contattate Enzo.
Regalatevi un segno distintivo, abbracciate un approccio diverso a quel del mercato massificato. “Rendete il vostro salotto, un grande protagonista del novencento”. Questa volta la citazione è televisiva.

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