Caffè Corretto – Aspettando Godot e il Comunicato

Aspettando il comunicato numero uno.
Fermi così ma forse nemmeno quello. Costretti a muoversi, perché le squadre vanno costruite, assemblate e gli accordi stretti. Metti lo straniero, togli lo straniero.

Tempo di annunci, anche roboanti. Di supposte rockstar o forse solo di supposte. Questo è anche un tempo nel quale c’è chi ignora anche le norme dei campionati che ha organizzato e di quelli che organizzerà.

Impazza il “futsal mercato” delle notizie con i punti interrogativi, dei quali però tutti conoscono la risposta. La Yoya alla Roma e Lewandoski al Barcellona annunciati da Di Marzio e non dalle squadre. Riuscite a comprendere quanto irrilevante sia un circuito di notizie di mercato come quello del futsal?

No vero? Però è sempre colpa di Viggo, il Carpatico. Passate una stagione a predicare di giovani italiani, di oriundi che uccidono la Nazionale. V’improvvisate ideologo della riforma Bergamini e poi, gli acquisti roboanti, per il vostro club, sono due pensionati e per giunta stranieri.

Viggo il Crudele, Viggo il Torturatore, lo schifato. Non esattamente un figlio del popolo. Ma nel futsal è già pieno di figli di popoli così, almeno ne abbiamo uno che non lo è, chiaramente.

Com’era la favola di metà stagione? I costi, gli indotti e gli ascolti tv. Fiabe lisergiche, nemmeno i fratelli Grimm in piena overdose di meth, sarebbero capaci d’ammassare una mole tale di fandonie.

Mentre v’avvinghiate a numeri che non sapete spiegare, la nazionale femminile di calcio, registra un milione di contatti (non di spettatori). In ciascuna delle due dirette su Rai Uno. Un milione di persone hanno visto la Nazionale Femminile di calcio, prendere cinque sberle in 40 minuti di calcio dalla Francia e poi inseguire un pareggio contro l’Islanda che conta 669 tesserate.

Bel risultato pubblicitario. Se siete nel business di normalizzare una attività come accessibile a tutti. “Venite a giocare a calcio, disciplina aperta a tutti anche se avete i piedi montati male”.

Tutto questo mentre, si cerca di nascondere sotto il tappeto che due squadre della Serie A femminile di futsal non s’iscriveranno al campionato. L’annuncio delle sedici magnifiche di Serie A, fatto con tanto di infografica. Prematuro come l’annuncio di Trump che alle 22 del 2 Novembre, si autoproclamava presidente degli Stati Uniti.

Muore l’Arzignano, che non s’iscrive alla A2 maschile, solo l’ultimo in ordine cronologico nel lungo elenco di decessi sportivi. Tutto bene vero? Colpa del Covid e della crisi?

Covid maledetto, crisi infame. Com’è che però i costi dei giocatori sono lievitati, si fanno offerte per giocatori, fuori d’ogni logica imprenditoriale? Il tutto, in una disciplina che non incassa un euro, lira, sesterzio di ricavi.

Tutti impegnati a far firmare accordi pluriennali, raccattare giocatori spesi atleticamente dopo carriere gloriose trascorse in Spagna e Portogallo. Sicuri di distinguere cinque cerchi da cinque hula hoop? Disciplina in crescita, a ripeterlo abbastanza, forse succede.

Mentre il futsal è piegato sull’oggi e guarda indietro, il calcio guarda avanti, s’incontra e sviluppa. Percorre nuove idee, cerca modelli di business, esplora la frontiera. Fino alla nausea: l’unica ricetta possibile quando siete piccoli, minori e irrilevanti è esplorare la frontiera. Tentare strade che non battono altri, cercare di essere unici.

Invece di restare li fermi alla tv degli anni settanta, alle interviste doppie e a scimmiottare il calcio. Non v’è servito a nulla, perché continuare?
Mentre aspettate Godot alla fermata del bus di piazzale Flaminio, provate a non restare confinati dentro a schemi che puzzavano di muffa già prima che arrivaste.

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