Il futsal e i cinque cerchi

Si deve trattare di una questione prettamente estiva. La necessità d’annunciare: “Futsal alle olimpiadi”. Lo scorso anno, in agosto, sui quotidiani nazionali si poteva leggere un articolo molto simile a quello apparso sul sito della divisione calcio a 5. Ho già esaminato la questione tecnica, potete rileggerla, se ne possedete la pazienza.

Questa volta però, invece d’un viaggio nei meandrida percorrere, per diventare sport olimpico, mi vorrei soffermare su due elementi: tempo e opportunità.

Tempo.
Per le prossime due olimpiadi le discipline sportive sono già state decise. Sarà necessario attende le edizioni successive per vedere, eventualmente la disciplina inserita nel tabellone degli eventi, anche solo come dimostrativa.

Il viaggio che sembra iniziato oggi, terminerà ad essere ottimisti più di Tonino Guerra, tra un decennio. Piuttosto che avvertire della partenza, sarebbe il caso di segnalare quando arrivate.

Opportunità.
L’olimpiade come vetrina per gli sport minori, che li fa salire alla ribalta è una vecchia idea e per giunta falsa.
Abbiamo vinto l’oro alle olimpiadi (invernali) nel curling. Avete per caso intercettato orde di bambini che hanno rivelato: “da grande voglio giocare a curling?”

Da decenni vinciamo l’oro nel tiro a volo, sport olimpico dal 1900. Non ho visto film che recitano: “Sognando Biancosi”. Ne ricordo uno però dal titolo: “Sognando Beckam”. Nota a margine: Diana Biancosi è stata oro a Rio 2016 e argento a Tokyo 2020, nello skeet.

C’è da chiedersi se una eventuale partecipazione della disciplina alle olimpiadi, sia in grado di risolvere i problemi che in questo momento affliggono il movimento. La moria di società, la sua insostenibilità economica o la difficoltà di reperire agonisti che non siano prodotto di scarto del calcio.

Perché sebbene le agevolazioni possibili oggi, per gli sport olimpici, dettate dall’emergenza, possano indurre a sponsorizzare quelle discipline, tra dieci anni, terminata l’emergenza speriamo, saranno probabilmente scomparse. Non credo che in un decennio da ora, la Juventus potrà acquistare il prossimo “Di Maria” a tasso agevolato come accade oggi.

Sventolare il vessillo olimpico, potrebbe in effetti ammantare il movimento con una coperta capace almeno momentaneamente di nascondere le sue ataviche ed endemiche difficoltà.

L’estate è il tempo delle dichiarazioni, audaci. Come quella del tizio con il mojito in mano, in un noto bagno di Milano Marittima. Come in un film di Carpenter: Essi Vivono. Si mescolano a voi e portano avanti le istanze di una realpolitik che anche in ambito sportivo, richiede suo tributo.

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