Negli ultimi anni, salvo brevissimi intervalli, uno stesso gruppo di giocatori, domina il futsal nella penisola italica. Sugli almanacchi ci saranno anche nomi di squadre diverse, la componente agonistica, resta sempre la stessa.
La comunicazione al termine delle finali, spesso è intrisa di quella insopportabile retorica deamicisiana che ha troppi paladini. “Complimenti ai vincitori, onore ai vinti”. Bello l’onore ma è anche più bello cucire lo scudetto, sulle maglie.
Se vincere e perdere costituisse elemento equiparabile, allora tanto varrebbe organizzare un mega sorteggio. Per poi estrarre casualmente il nome di un vincitore. Temo che anche lì, una squadra di Fulvio Colini potrebbe risultare vincitrice.
Non m’aspettavo certamente però, che tra le prime parole, nell’immediatezza della vittoria che lo rende l’allenatore più vincente, nella storia breve del futsal italiano, Fulvio Colini scegliesse queste:
“Questo è quello che fa crescere questo sport. Non una finale a Salsomaggiore con 150 spettatori.”
Non credo che sotto i teloni della tribuna, si potessero nascondere e sopravvivere 150 spettatori. Con più probabilità quel numero corrisponda ai presenti nelle locali terme, gli anziani insomma.
Ho risentito la registrazione. Per essere sicuro d’aver capito bene. Ho anche chiamato al telefono uno spettatore: “Ha davvero detto quello che ho ascoltato?”. In scivolata, così come un Claudio Gentile.
Perché è meglio un Pala Pizza, dalle temperature più simili alla superficie di Mercurio, anche nelle immediate vicinanze della struttura, del deserto della terza età di Silent Hill. Al netto anche di un Lele Mora a spasso sul parquet.
Daniele Barone, in diretta ha commentato l’espulsione di Borruto con un usuale per il calcio: “se ne parlerà a lungo”. No. Nel futsal non se ne parla, la polemica rischia di alterare i rapporti di lavoro in essere, tra chi scrive e dovrebbe commentare, e chi gioca e organizza.
Non se ne parlerà, punto. Perché regna il cerchiobottismo doroteo, così radicato da far impallidire un congresso della democrazia cristiana, negli anni settanta. Sono tutti marziani, bravissimi, fortissimi. “Issimamente” stucchevole.
Questo finirà come altri episodi. Ricordate le risse sugli spalti durante i playoff maschili? Siete proprio distratti allora. Tutto sotto il tappeto, spazzato in fretta e in furia che ci sono gli ospiti, occasionali.
Ho trovato il presidente della Divisione Calcio a 5, durante la premiazione, piacevolmente ringiovanito ma stranamente somigliante, nelle fattezze a Stefano Castiglia. Il presidente eletto, assente un po’ come gli spettatori di Salsomaggiore. Sicuramente trattenuto da impegni lavorativi precedentemente concordati, l’attuale presidente Bergamini è ottimamente sostituito.
Si potrebbe nominare Stefano Castiglia, direttamente presidente in pectore ed evitare così che lo spettatore occasionale, anche se ripetutamente, possa confondersi ed essere tratto in errore. Prendiamo quello che c’è.
Si chiude così una stagione, faticosissima per tutti. Lunghissima, dispendiosissima e “issima”, ancora una volta. Pochi giorni di pausa. Il primo giorno di Luglio, s’avvierà ufficiosamente quella nuova stagione che vedrà meno oriundi, più giocatori italiani e tanti giovani in campo.
Si, nei sogni.