Nel corso delle stagioni passate fino ad arrivare a quella appena conclusa, il futsal sembra essere prigioniero del suo stesso hype.
Cos’è l’Hype? Un termine anglosassone, con il quale si definisce una campagna pubblicitaria montata ad arte per incrementare l’attenzione su un prodotto.
Il futsal italiano è permeato da questa pratica pubblicitaria e giornalistica. Ogni avvenimento è storico, anche se in realtà è semplicemente la prima volta che accade, lì. Tutto è bellissimo, tutti attendono di inchinarsi al miglior sport sulla terra.
Non è ovviamente così, come ricordano i playoff di questa stagione conditi dalle classiche e calcistiche, intemperanze sugli spalti, anche nella massima divisione.
Sul campo il futsal è affetto da un desiderio di gigantismo, che diventa nanismo appena varcati i confini nazionali. Si convoca un giocatore per età più vicino al diploma di scuola secondaria che alla pensione. Subito: “fenomeno”, “Campione del futuro”. Arriva addirittura la possibilità di far esordire questo “futuro fenomeno” e cosa accade, viene richiamato un giocatore più esperto per prendere il suo posto in campo.
Storia simile a quella di un giocatore che realizza due gol in stagione ed è subito fenomeno. Potrebbe anche esserlo, tuttavia se questo è il filone narrativo dovrebbe essere fenomenale anche quello che in stagione ne ha realizzati tre.
Il futsal ha aspettato più Godot nel corso degli anni che un adolescente autobus per andare a scuola. Alcuni di questi l’aspettiamo ancora mentre s’avviano alla fine della carriera.
Se questi sono campioni del futuro, quelli che giocano titolari fissi in una nazionale campione d’Europa e non possono ancora guidare una macchina, esattamente, come li vogliamo definire?
L’hype non si ferma al campo, s’estende a macchia d’olio al di fuori del parquet. “Successo di pubblico su Sky” è la frase più abusata in questa stagione.
Negli anni scorsa è stata usata cambiando semplicemente il nome del broadcaster. Da Sportitalia al quale ci si riferiva come “La casa del futsal” fino a RaiSport.
Senza addentrarci nell’ambito numerico di questo successo, si potrebbe indicare una semplice serie di avvenimenti, per confutare questa affermazione. In questa prima stagione senza la Serie A di calcio a 11, Sky Sport ha inserito nella sua programmazione: la pallamano.
Pallamano sport in costante crescita, best sport on earth e via così? No, semplicemente un necessario strumento per colmare uno spazio di programmazione. Esattamente come è stata la Porche eSport Club, sponsorizzata dall’Automobil Club d’Italia.
Avete sentito mai parlare degli Agusta Masters? Sono “IL” torneo di golf. Trasmesso regolarmente e con ampia copertura da anni, su Sky Sport. Conosco persone che lo praticano e nel campo qui vicino ha fatto 18 buche anche Michel Platini. lì fuori esiste un pubblico che lo rende un prodotto.
Golf sport in costante crescita pronto a rubare la scena al calcio? Nemmeno per sogno. Non s’azzardano nemmeno a scriverlo.
Lo guardo, no. Mi piace, no. C’è chi lo guarda e quindi chapeau. Raffinatezza.
La pallanuoto, la MMA, i 250 di tennis, se fosse costretta Sky trasmetterebbe anche la corsa dei sacchi. Non perché siano un prodotto ma semplicemente perché non rappresentano un costo.
In un movimento come il futsal nel quale i valori sportivi sono spesso dissimili, costruire intorno all’hype è una tecnica destinata al fallimento. Perché crea aspettative irrealizzabili.
Eppure nella stagione appena conclusa ci sono tanti piccoli esempi virtuosi di gestione sportiva. Non fanno abbastanza rumore, non solo glamour. Se il futsal vuol diventare parte dello ShowBiz, deve imparare a non abusare dell’hype. Allo show del campo, deve aggiungere il business e al momento, quest’ultimo non esiste.