Lo sport dei Like

Volete essere la squadra di futsal con più like? Tutto quello di cui avete bisogno è un account paypal, una carta a debito collegata e 200 euro, caricati. Comprate 25000 like manuali, sarete inarrivabili.

Perchè le classifiche social, non hanno nessun senso, tanto che nessuno, tranne gli stolti, le prendono in considerazione?
Perché non contano. Non da quando s’è modificata la struttura dell’algoritmo di Facebook, il prodotto di Meta di punta.

Da quando è possibile mettere mi piace, senza seguire, nascondere i post e mill’altri strumenti, tutto quello che conta è il “reach”.

La capacità di raggiungere il pubblico del futsal, come negli anni scorsi, al massimo della propria capacità di diffusione, nel periodo quindi di eventi come Coppa Italia o Finali Scudetto, ad essere generosi s’aggira intorno alle 20mila unità.

Tradotto: i post compaiono sulla timeline di circa ventimila persone. In termini ancora più semplici: la vetrina del vostro negozio scorre davanti agli occhi di 20 mila persone.

Quello che per Meta conta davvero però, è l’engagment. Cioè quante persone interagiscono con quel contenuto. Perché Meta vende pubblicità. Non ha messo su Facebook per farvi condividere con il mondo i vostri rivoluzionari pensieri. IL suo fine è il profitto. Quel profitto risiede nella vendita di pubblicità.

Quanto cliccate effettivamente su quei posti, quanto restate su quell’articolo. Questi sono i numeri che contano davvero. Per poter però distinguere questi elementi è necessaria reale conoscenza.

Diversi social, attraggono pubblico diverso. Sono percepiti in maniera diversa, i contenuti devono essere unici, presentati in maniera appropriata. Sebbene questa sia una questione editoriale, l’ignoranza generalizzata nel futsal circa queste dinamiche è la sua reale debolezza.

In questo momento, ora, l’anagrafica del pubblico dei social, conta. La capacità di offrire interazione, anche. Per questo Meta ha scelto di investire in altri ambienti.

Paradossalmente l’ignoranza degli strumenti utilizzati oggi per comunicare, che sono in continua evoluzione sono un pericolo enorme per un brand.

Potreste essere convinti di avere un grande pubblico o seguito, solo perchè una manciata di figli del boom economico vi segue su Facebook. Nel mentre venite fatti a pezzi su TikTok, dissati su Twitch o nei Reels.

Quando saturato un mercato, ci sarà la necessità di spostarsi altrove, vi troverete a competere in una condizione di inferiorità. Anche perchè siete abituati ad un linguaggio che non funziona, più.

Ne

Prigionieri del rapporto familiare che s’è creato in una community che esiste a prescindere dalla piattaforma, perchè geograficamente risiede nello stesso luogo e può quindi farne a meno.

Per questo i numeri sono estremamente contratti. Dirette di due ore con 800 views totali in una settimana, quando con 15 secondi di una giocata ne fai oltre cinquemila in poche ore.

Tuttavia, bene così. La capacità di rinchiudersi all’interno di un recinto e competere tutti per l’attenzione di un pubblico finito, schiacciati della competizione editoriale della Divisione Calcio a 5, lascia spazio a chi è piccolo, ma vivace e agile. Capace di spostarsi dove c’è un pubblico più grande e agire in regime di monopolio.

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