Piazzale Flaminio, ore 17.52.
Si chiude la riunione del Consiglio Direttivo, della Divisione Calcio a 5.
La lettura della nota stampa distribuita poco dopo, diventa nel giro di qualche ora, una lettura obbligatoria.
Tra novità, correzioni, precisazioni e l’inevitabile: “poi vediamo che dice la LND”, questa governance è sicuramente costantemente focalizzata sull’attivismo, più che sulla conservazione dello status quo.
L’ampiezza del campo d’intervento a seguito di questa riunione è così ampio, da rendere necessario procedere per punti.
Licenze.
Sono stati definiti i parametri, non è dato sapere quali, lo sapranno i presidenti in tempo per le iscrizioni? Saranno vincolanti, solo un suggerimento? Finirà con la solita multa, un ricorso e poi sarà dimenticata nel cassetto? Non possiamo dirlo, ad oggi nulla è cambiato, al di fuori di quelle stanze.
Definiti i campi per i playoff. Capienza minima 1000 posti, per le semifinali, 1500 per le Finali. “Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita.”, così almeno dichiarava Tonino Guerra.
Le misure del campo obbligatorie, ma poi ci sono le deroghe.
La Coppa Italia.
Cambia la formula. Niente più Final Eight, si passa alla Final Four. Una formula molto simile a quella della UEFA Futsal Champions League.
Formula che funziona benissimo da decenni nel basket e nel futsal internazionale.
Certo, i cambiamenti non sono mai condivisi ecumenicamente.
Tutto questo mentre c’affanniamo a criticare la lentezza di Benfica e Sporting Lisbona. Mentre il Pozo Murcia è sempre li e Ferrao e compagni flexano allegramente, a torso nudo, sul profilo ufficiale del Barcellona.
Coppa della Divisione.
A volte ritornano, di Stephen King. A voler essere puntuali, il titolo in inglese è Night Shift, turno di notte. Vai a capire i misteri dei titolisti.
Ritorna la “wanna be” F.A. Cup slash Coppa di Francia.
Avremo avvincenti sfide tra Pesaro e Orsa Bernalda, nella speranza di ritrovare un Calais e un Patrick Orbéra. Ci sono voluti 82 anni per avere una squadra di quarta divisione allo Stade de France per una finale. Buona fortuna.
C’è sempre qualcuno che effettivamente subisce il fascino antico delle sfide contro le Organizzazioni Salesiane.Solo al maschile però. Ai presidenti, alle giocatrici del femminile non sarà concessa l’occasione di contendersi un quarto trofeo stagione, condito da trasferte nelle isole per rifilare a domicilio delle goleade.
Ovviamente tutto questo a beneficio dello spettacolo, del numeroso pubblico che accorerrà sugli spalti, per vedere allo stadio del Brest, l’OM dividere il campo con Ile-Molène. No, quella è la trama di un film francese sul calcio.
Ricordo ancora le lamentele di allora, per i costi, gli impegni e il calendario fitto. Ci saranno quelli che si lamentano, quelli che brigano, quelli che cercano l’ennesimo buco legislativo, da sfruttare. Il dado è tratto, non resta osservare con attenzione in che direzione rotolerà.