I diritti televisivi della Champions (vera) del Futsal

La Final Four di Riga, in Lettonia, parte oggi. Dalle 17.00 in onda per l’Italia, sul canale YouTube UEFATV, c’è il match ACCS – Sporting Lisbona. Li ricordate i francesi, quelli che giocano in seconda divisione, che eliminarono il Pesaro solo due anni fa? Loro. Contro i Campioni d’Europa, quelli veri.

La vetrina più importante del futsal europeo, l’unica destinata ai club, avrà il suo palcoscenico proprio in uno di quei paesi baltici, che molti hanno imparato a conoscere solo da quando sono diventati l’obiettivo geopolitico di mire espansionistiche.

Sarà possibile seguirla dall’Italia, attraverso il canale ufficiale YouTube della UEFA. In Portogallo, ad esempio, sarà necessario essere abbonati alla piattaforma tematica Eleven Sports. Quella che in Italia, trasmette tra l’altro anche la Serie C di calcio a 11. In molti paesi si dovrà essere abbonati al colosso svedese, Viasat. Perfino in Ucraina, si quella nazione invasa da una operazione militare speciale, Magogo aveva pensato d’acquistarne i diritti d’esclusiva.

A scorrere quella lista, manca un acquirente in esclusiva, indovinate un po’ di quale paese?. Già, il bel paese, l’Italia.
Potrebbero esserci molteplici ragioni. Escludiamo che la ragione sia l’assenza di squadre italiane, quella è endemica e non spiega perché The Sports Channel in Israele abbia fatto quell’investimento.

Non è forse, possibile, quanto meno probabile, o forse semplicemente “sognabile”, che la ragione sia più elementare.
Lo scarso valore sul mercato italiano del prodotto calcio a 5, anche quando a rappresentarlo c’è il meglio della disciplina in Europa.

Da anni, ogni anno, viene ripetuto lo stesso mantra di un movimento in crescita, percepito come credibile. Probabilmente a parole, poi nei fatti, anzi con il denaro sonante, si tende a cambiare leggermente la narrativa.
La disciplina negli anni, in Italia, ha evoluto le sue capacità di produrre il prodotto, restando però ancorata ad uno schema vecchio, vetusto.

Incapace di staccarsi dal calcetto, oppure semplicemente d’inglobarlo. La percezione della disciplina, all’esterno della sua bolla, resta sempre la medesima. Frutto forse anche di una fase in cui ha cercato di percepirsi e di proiettare all’esterno questa idea di una disciplina, più grande del suo pubblico.

Ora con una governance che cerca di rimettere nell’utilitaria del futsal italiano, il giusto motore, smontando quello della Ferrari che qualcuno aveva cercato d’infilarci dentro a forza, il futuro non è certo in discesa ma almeno c’è del pragmatismo come combustibile.

I network, quando devono sborsare anche cifre modeste, in Italia, snobbano il meglio del futsal continentale, preferiscono passare la mano. Non c’è narrativa celebrativa, bardi a pagamento e specchio delle mie brame, che possano modificare questa condizione.

Forse, c’è bisogno di smetterla di pensare di essere meglio di altro, di avere unicità che invece sono le stesse di altri sport e raccontare a quelli che non seguono la disciplina, perché val la pena, perché c’importa. Non certo per un gol sulla sirena che è come un tiro a canestro sulla sirena, è normalità.

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