Disney è ESPN, Meta è Radio

Per oltre un decennio, i contenitori attraverso i quali gli appassionati hanno consumato lo sport, sono rimasti identici. Hanno subito qualche rebrand, ma il core business e la mission, hanno attraversato gli anni, immutate.

Alla ricerca sempre di nuovo pubblico, di quelle fasce di potenziali clienti che non riuscivano a raggiungere, le grandi leghe sportive hanno progressivamente svuotato i “soliti” Sky, ESPN, beIn Sports e DAZN.

Sono piombati sul mercato i grandi colossi della distribuzione come Amazon, hanno investito grandi somme agglomerati come Disney, che ha speso oltre 50 miliardi di dollari, solo nell’ultimo anno.

S’affacciano sul mercato anche insospettabili “players” come la FIFA. Infantino ha presentato la piattaforma FIFA+, che offrirà per ora, gratuitamente anche le partite del mondiale in Qatar.

Non una mossa a sorpresa. I più attenti avranno notato quanto potente sia diventata LaLiga in Spagna. Nata inizialmente come broacaster del massimo campionato di calcio spagnolo, negli anni è diventato un gigante dello sport iberico.

Ribrandizzando la massima divisione degli sport spagnoli come “LaLiga” e assumendone di fatto il controllo, non solo dei diritti visivi. Ergendosi a monopolista de facto. Permettendosi anche d’offrire gratuitamente alcuni sport minori.

LaLiga è direttamente responsabile del successo del futsal iberico, come prodotto d’intrattenimento. Come si misura un successo, dai numeri, dai ricavi distribuiti alle squadre e dalla quantità di eventi di futsal spagnolo “piratati”.

Mentre questo spostamento avviene, in Italia, in cronico ritardo non tecnologico né infrastrutturale, ma di idee, si cerca ancora spazio sulle piattaforme che altri abbandonano.

LaLiga, ha trasmesso nell’ultimo turno di campionato, la prima partita in diretta su Tiktok. Per un vezzo? Perché sono degli scemi? No, ovviamente. Perché il pubblico giovane, quello che sarà il futuro acquirente, è li. Basta per una volta tirare fuori la testa dalle parti meno nobili del proprio corpo.

Per quanto il futsal italiano, sia ancora innamorato della sua bolla su Facebook, Meta ha iniziato a spostare fuori da quella piattaforma i contenuti più remunerativi. Qualche esempio, sempre.

Meta trasmetterà la Coppa Libertadores, attraverso FB Watch, dal quale ha epurato riscrivendo l’algoritmo di scoperta, i video degli utenti che non sono creatori autorizzati. Ha poi rivitalizzato il formato “radio”.

Spingerà le radiocronache, attraverso un altro prodotto Meta: Whatsapp. Per raggiungere più agevolmente i milioni di brasiliani ad esempio, che non hanno un piano illimitato di dati. Estendendo così la sua capacità di coinvolgere tifosi che non riusciva a includere nel suo ecosistema.

Ottenendo l’effetto di rendere economicamente sostenibile, a livello di capitale di rischio, l’acquisto dei diritti affidandosi alla “radio” e sfruttando così due volte l’accordo in essere con ESPN titolare dei diritti della manifestazione.

Non limitando la riflessione, allo schermo tradizionale, Meta ha già transitato nel suo personale “metaverso”, la NBA, la MMA, le leghe ufficiali. Promuove la neonata lega di pro americana di volley.

Non è solo una visione confinata in Meta. Apple ha da poco inserito nell’ultimo aggiornamento del suo iOS, righe di codice che rimandano ad un “Apple Reality”, che non può essere altro che il suo sistema per gestire il suo visore VR proprietario.

Ci sono navi digitali che salpano tutti i giorni, alcune anche più volte al giorno. Uno sport come il futsal, dovrebbe avere come mission quella di essere all’avanguardia nell’innovazione, sulla frontiera.

Come fa la LND con il suo esports, come accade in Spagna e perfino in Brasile. Perché ripetere lo stesso modello, anno dopo anno, sperando d’ottenere un risultato diverso da quello che s’è già verificato, è sciocco, diciamocelo.

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