Coppa Italia 22 – Turno preliminare

Si parte, in direzione sud. Genericamente. In quel misto d’anticipazione e di nessuna voglia di partire.
L’ho sempre mantenuta, questa voglia di fare “filone”. Partire per poi andare altrove, come quando entravo nel cortile della scuola per poi decidere che la prima ora inizia troppo presto.

Lo smartphone vibra, sullo schermo c’è l’anteprima del messaggio.
“Ci vediamo domaniiiii”
Rispondo immediatamente.
All’improvviso non ha più senso fare altro, c’è una unica meta.

Scompare ogni dubbio, con la stessa rapidità di un titolo sportivo di futsal femminile. Si parte. Borsone da riempire, attrezzatura da impacchettare e quel tentativo d’immaginare cosa vorrei raccontare. M’accorgo che è più facile eliminare quello che non voglio raccontare.

Non la cronaca della partita, ne potrò trovare almeno tre, rigorosamente tutte uguali, se ne ho bisogno.
Non le foto alla partita. C’è la bravissima fotografa della Divisione Calcio a 5. Se ne aggiungono almeno due per squadra, uno per sito web specializzato. Abbiamo già così almeno sei scatti, della stessa medesima esecuzione cinetica. Può bastare credo.

Non le interviste, pre e post gara. A meno di non trovare l’istrione di turno, saranno tutte inevitabilmente avvinghiate intorno al solito canovaccio di luoghi comuni presi a prestito dal calcio. Non sono emotivamente attrezzato per sentirmi rispondere dopo una clamorosa imbarcata: “abbiamo fatto del nostro meglio”. Vorrei argomentare: “scusa quindi se facevi del tuo peggio finiva con in tripla cifra?”

Cosa resta? Hunter Stockton Thompson, vi risponderebbe: “tutto il resto”.
Tutta la miriade di pensieri, emozioni, riflessioni che s’irradiano dal campo, rimbalzano sugli spalti e tornano giù. A volte come un eco silente, in qualche rara occasione, amplificate. Alle quali provare a far combaciare il mio di vissuto, le mie di emozioni e provare a comporre un mosaico narrante.

Questo è il mio viaggio, dentro e intorno ad un mondo complesso nella sua semplicità. Ciclico come sanno esserlo solo le vicende umane. Talvolta epico, come possono essere, solo le gesta, di grandi atleti. Ma anche semplicemente rozze, dozzinali e un po’ qualunque. Come lo sono le chiacchiere delle comare di paese, le confessioni tra cugini e le bugie.

Punto la sveglia. Via in strada a mangiare i chilometri, l’asfalto e i lavori in corso. Un viaggio senza studenti impegnati con gli esami, senza maestre impegnate alla lavagna. Incontro a tante storie, dentro ad una lunga serie di partite, da osservare e provare a raccontare, il più vicino possibile alla linea laterale.

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