Pre e Post, NFT

C’è una Coppa per tutti, anche per la B. Nello spazio immediatamente limitrofo a quello dei palazzetti, il mondo corre avanti. Quasi scappa, via.
Si, puoi non inseguirlo, come per l’avversario che non segui quando cerca la profondità. Forse è questo il problema del calcetto, vive sulla superficie, invece di cercare la profondità.

Lo sport attraversa un’era evolutiva. Capace di segnare indelebilmente l’universo del calcio, quanto di qualsiasi disciplina professionistica ad altissima diffusione. Parleremo un giorno di “pallone” pre e post NFT. I Non Fungible Token, stanno letteralmente trasformando il mondo del football.

Quelli che potremmo definire, con una grossolana approssimazione: “certificati d’autenticità digitali”, sono nati in contesti profondamente lontani da quello sportivo. Diffusissimi nell’arte hanno finito con il diventare strumento estremamente presente, quasi appunto infungibile, nel collezionismo sportivo.

“Fai il serio, dai. Qui non ci sta nemmeno il fisioterapista”.
Aggiungo io il resto: il futsal, gli sponsor da mille euro, le trasferte come le gite del circolo, i panini con la frittata. Conosco bene questo misto di sano pragmatismo e retorica da “Strapaesana”.

Non dovrebbe condizionare, la conversazione intorno al futsal e ai suoi possibili orizzonti. Quelli esplorati fino ad ora, sono stati un fallimento. Perpetrarli, dopo dieci anni di stagnazione, non può che generare i medesimi risultati. Il futsal diventa altrimenti, come un giorno della marmotta.

Futsal prigioniero della sua bolla social. Cassa di risonanza che sembra creare, echi così simili, da lasciare intendere che tutti parlano di futsal. Ebbene, sono artificiali. Generate da un algoritmo sul quale non abbiamo nessun controllo. Gli NFT, che si reggono sulla struttura di una blockchain, rappresentano il concreto strumento per ridistribuire pluralità alla conversazione, anche sportiva.

Per non lasciare che sia la piattaforma a privatizzare i profitti e socializzare le perdite. Sebbene il futsal abbia raggiunto grazie alle piattaforme social il suo pubblico attuale, l’ha fatto in costante perdita. Chi s’è arricchito dalla creazione di contenuti è solo la piattaforma.

In Italia i treni non sono mai in orario. Quelli del futsal però hanno ritardi geologici. In ritardo per uno streaming diffuso e di qualità, in ritardo su TikTok, assente nei nuovi bar sport digitali, è appena arrivata a produrre storytelling sportivo. Tuttavia, una video intervista che fa 2000 visualizzazioni su una delle piattaforme di Meta, rappresenta un costo e una perdita, se ne faccio 1700 con un video del gatto costato zero euro.

Se frugate bene nel vostro telefono, potreste incappare nella notizia della figurina digitale di Cristiano Ronaldo, pagata 252.800 euro da un utente. Un record poi battuto dal norvegese Erling Haaland.
Mentre altrove si è già al collezionismo digitale, il futsal non ne ha nemmeno uno reale e dire che la Panini non ha negato una collezione dedicata nemmeno alla Serie C di calcio.

Se vi raccontassi che c’è una collezione di NFT anche di Omar Gabriel Batistuta, non dovrei stupirvi e invece. Esiste. Insieme ad un folto elenco al quale s’aggiungono nuovi giocatori ogni giorno. C’è chi addirittura a livello di club, ha messo all’asta una versione completamente digitale, ad altissima definizione della propria maglia da gioco.

Tutto questo mentre nel futsal, alcune giocatrici non hanno nemmeno la maglia da regalare ai tifosi. In questo luogo sportivo nel quale, con qualche soldo e a volte anche senza, con l’aiuto del giusto pifferaio, si può diventare “Lu Re”, nel volgere di una primavera.

Nel futsal la notizia del Camp Nou, pieno per “il Clasico” al femminile, perde i suoi fondanti elementi narrativi. Quelli della realtà. Si omette colpevolmente che lo stadio era per metà vuoto all’inizio della partita. Non si racconta della distribuzione gratuita dei biglietti. Si dimentica della enorme campagna pubblicitaria che ha preceduto l’evento.

Quel futsal, dai palazzetti vuoti, anche quando lo spettacolo è gratuito. Eppure, si continuano a perpetrare nel mezzo del convivio, le stesse storie, di sempre. Spacciandole per nuove, solo perché alcuni non le hanno ascoltate prima. Tutto questo, mentre si riversano denari in una nobile impresa sportiva, a fondo perduto.

In questa ruota, il criceto Calcetto, corre, per restare nello stesso posto. Altrove qualcuno, però, si fa pagare dei soldi veri, per una maglia che non esiste davvero, mentre qui, l’epoca dei numeri attaccati con il ferro da stiro, sembra ancora così vicina.

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