Arriva quantomeno sempre in finale.
Perché ha la squadra più forte, tanto da potersi permettere, di mandare Cuzzolino in tribuna a far compagnia all’infortunato Canal.
La spunta alla fine, con qualche difficoltà. Merito della prova di un ottimo Matera e di un grande Parisi. Oitomeia e compagni escono così in semifinale. Lo spettacolo perde uno dei suoi attori principali, l’estroso e talentuoso brasiliano.
Il Pesaro troverà i ragazzi di Daniele D’Orto.
Finale di Coppa Italia, al suo ritorno nella massima divisione, per il tecnico romano.
In una partita “secca”, al netto dei singoli episodi a bassa probabilità, quello che per lo spettatore occasionale conta è: lo spettacolo.
Quell’indecifrabile elemento così poco “allegriano”, intrattenimento in campo. Decisamente argomento di discussione da salotto buono, ma il futsal al momento ha al massimo delle camerette e delle tapparelle. Attendo ancora qualcuno che canonizzi la definizione: “bel gioco”.
Brivido in serata, per un calcio a cinque che mostra d’essere ancora “lo sport dei ricorsi”, la citazione è d’obbligo perché l’affermazione geniale non è mia. L’ho raccolta in un fuori onda, poi sparito ma che ho gelosamente conservato.
“Io sono il passato che ritorna per perseguitarti Lopen.”
Citazione cinematografica d’obbligo. Funzionale a questa narrazione.
Quello di coppe con gli spalti pieni, anche di scolaresche alle undici del mattino.
Di un déjà-vu a volte più sbiadito ma sempre vivido.
Una coppa, questa 2022, che sul campo non ha da invidiare quasi a nessuna altra manifestazione. Prodotta con professionalità, su un palcoscenico vestito a festa.
Bella? La bellezza è un concetto così personale.
Mi chiedo perché a questa festa, del futsal, vanno i soliti, parenti e amici. Mi manca la presenza della formica atomica in prima serata. La mascotte del Pesaro, capace di piazzarsi, sempre strategicamente a favore di camera.
Non c’è il tutto esaurito, ma forse è colpa della pandemia, delle riduzioni e poi dei fantasmi di Silenti Hill. Quelli che insieme ai ragazzi della under diciannove occupano i seggiolini.
Qualcuno registra anche il suono dei tamburi, dei tifosi. Tocca accontentarsi di questa torcida anche se è visibile come la lenza d’un pescatore. Non m’illudo di poter ascoltare i cori tutta la partita, ma almeno uno? Però c’erano i tamburi, dicono.
Tutto questo, mentre va in onda in Prime Time: Matera – Pesaro. Altrove si trovano le immagini di un trascurabile: Germania-Israele. Partita che sigla lo 0.7% pari a 155.000 spettatori. Potrebbe essere ingeneroso riportare i dati delle Qualifiche del GP d’Arabia Saudita raccolgono 1.058.000 spettatori, un rispettabilissimo 5.2%. Ma chi l’ha detto che il mondo è un posto “giusto”?
Per offrirvi un termine di paragone assoluto, l’intero pacchetto Sky, sabato ha registrato 642.000 spettatori, il sei virgola cinque del totale. Rai Sport, tanto cara ad alcuni nel futsal, ne ha fatti di spettatori 52mila, in totale.
L’evento da spettatore televisivo, non m’ha certo deluso.
Hanno finto interesse anche gli occasionali che ho costretto davanti allo schermo.
“Perché vanno sempre in orizzontale?”
“Perché il tipo, ripete due volte le stesse parole. Tipo, sai sai, molto molto?”
“Mauro hanno segnato quelli in rosso”, m’hanno avvertito mentre ero in una rapida pausa biologica. L’ho dovuto trattenere il pubblico occasionale, davanti allo schermo a colpi di aneddoti.
“Ma quello non è quello che ti dice male”, indicando lo schermo.
“Si”, ma non è mica l’unico.
Oggi Finale, quella che tanto la vince Colini. In diretta, dalle 1830, su Sky Calcio Arena qualcosa insomma uno di questi canali dopo il 200. Se non avete di meglio da fare, potrebbe essere interessante, a prescindere dagli aneddoti.