Le piccole bugie, quelle menzogne all’apparenza irrilevanti, sono da sempre l’anima di ogni disciplina agonistica. Dalla pesca sportiva al futsal. È possibile registrare settimanalmente, una ampia lista di colpevoli inesattezze.
I praticanti dell’esagerazione, della boutade nel futsal, mi ricordano Giginho e Bergonzoni ma anche i compagni di pesca di mio nonno. Quelli che a margine della loro rimessa per le barche da diporto, pescavano le anguille.
Sul fiume, lungo gli argini nella mia città. Proprio a ridosso dei motoscafi rigorosamente comprati all’asta, sequestrati ai contrabbandieri. Ancora oggi, uomini troppo anziani per la loro gioventù d’animo, si cimentano in gare di pesca.
Immaginifici mostri marini compaiono nei racconti delle loro gesta di pesca sportiva.
Ricordo ancora distintamente, l’immancabile voce che ad ogni esagerazione apostrofava il narratore di turno con un: “Accorcia quest’anguilla”.
Capita così nel futsal, d’ascoltare proclami che meriterebbero d’essere accolti dalla medesima affermazione. “Accorcia quest’anguilla”: state of mind. Come filosofia narrativa e anche forse, di vita.
All’ombra dei lazzi involontari, s’è disputata una giornata della Serie A maschile di futsal. Tra gare rimandate ancora per Covid, si staglia una classifica che inizia a somigliare a quella delle stagioni precedenti. Un sabato che si dipana a ridosso del mio personalissimo rammarico. Per impossibilità di veder giocare Oitomeia dal vivo. Insomma il massimo campionato di futsal maschile, si racconta ancora con un laconico: “alla fine vince Colini”.
Al netto di avversari che hanno assemblato roster, pieni di giocatori della nazionale portoghese o argentina. Tra vecchie glorie e carneadi improbabili, l’esito sembra ragionevolmente prevedibile. Già perché sebbene la matematica offra possibilità anche minimali a tutti, c’è chi è indubbiamente il favorito.
Accade così anche nella Serie A femminile. Dove però regna anche il paradosso numerico. Quello che potrebbe concretizzarsi in un record per il Padova, quello di finire la stagione senza vittorie. Primato poco invidiabile, in precedenza detenuto dalla Woman Napoli.
Sebbene tanto le patavine quanto il Sassari, non siano condannate dalla matematica, quella stessa materia scientifica ci rivela il destino più probabile di entrambe le squadre: la retrocessione in A2. C’è un Verona che forse non s’attendeva una stagione così difficile. Al momento è all’inseguimento di una Kick Off, alla vigilia data per spacciata da molti, sicura candidata all’oblio.
Un campionato con sole 12 squadre offre altri paradossi. Quelli che pompon colorati agitati davanti agli occhi, a comando, non possono nascondere. Come quello che assegna l’ultimo posto utile per la post season, ad una squadra che è ad 11 punti di distanza dalla squadra che la precede. I punti, che taluni ignorano selettivamente, sono l’unico indice di rilevanza in una competizione agonistica.
Oggi, la squadra in testa alla classifica, fa esordire dal primo minuto, contro il Granzette, una ragazza di diciannove anni, dal grande futuro: Polloni. Non sul sette a zero, non per 4 minuti. Dal primo minuto. Per risparmiare alla titolare un inutile rischio. Una squadra che rinuncia a due pilastri della nazionale portoghese ma chiude l’incontro, vincendo sei a due. Sei gol, come all’andata, a ranghi completi.
Un futsal che parla di se stesso, mettendo tutti sullo stesso piano. Per timore d’urtare le sensibilità, per quell’insano cerchiobottismo che nemmeno i dorotei più irriducibili. In fondo il cliente ha sempre ragione. Dar ragione a tutti, dev’essere un compito improbo, faticosissimo.
Così accade che la stanchezza, per i troppi brindisi, faccia dimenticare di non raccontare di una stagione che qualcuno gioca ad handicap. Rinunciando a tre giocatori di livello assoluto, tre giocatori più volte selezionati per le rispettive nazionali. Quella squadra, nonostante tutto è ancora lassù. Ne avete per caso letto altrove? Perché potrebbe essermi sfuggito, una analisi questa che meriterebbe d’essere approfondita.
Ma il futsal, indipendentemente dal sesso dei giocatori, in Italia preferisce parlare del panino alla salamella pre e post partita. Meravigliandosi poi della sua irrilevante posizione come disciplina. Il sito web di A Bola, la Gazzetta dello Sport ma portoghese, ha nella barra di navigazione del suo sito, una categoria “Futsal”. La “rosea” in Italia, ha la categoria eSports.
Men’s Heath portoghese ospita in copertina João Matos, il capitano del Portogallo bicampione del mondo e d’Europa. Potete rammentare una copertina simile in Italia? M’accontento anche di una su Vanity Fair. Per offrire un termine di paragone, Alex Morgan ha: 2 copertine di Times Magazine, 5 di Sports Illustrated anche se una è in coabitazione con Megan Rapinoe e una dell’Equipe. L’Equipe, il pallone d’oro, QUELLA rivista. Per i più attenti in quel numero di parlava anche di pallamano. PALLAMANO.
Dovremmo tutti, tenere a mente, sempre, le dichiarazioni di un presidente. Perché per quanto le parole del Pizza, creino imbarazzo, giova ricordarle, sempre.
“L’anno dopo il primo scudetto abbiamo fatto meno abbonamenti della stagione precedente.” Nella Serie A maschile. In Italia, nell’anno del signore 2022.