Panini Digital

No, non quelli per calmare la fame chimica, in forma di pixel. Parlo della Panini, la multinazionale delle carte collezionabili. Per i più anziani: quella delle figurine, in edicola. Sbarcata già da qualche tempo negli Stati Uniti, a contatto con competitor come Topps, si è vista costretta ad innovare per restare competitiva.

Sono arrivate così le carte di formato diverso. Collezionabili ma non adesive. Un gioco di carte, sempre collezionabili. Protagonisti i giocatori della Serie A, Liga, Premier League. Un ottimo successo, di pubblico, anche quello più tradizionalista.

La tecnologia però ha profondamente mutato, non l’elemento della fruizione. Ha creato nuovi strumenti attraverso i quali fruire del prodotto. L’album si è digitalizzato. Le figurine anche e sono anche arrivati gli NFT. Come è avvenuto per il mercato del libro, eliminare i costi tipografici, specialistici in questo caso, dalla filiera produttiva, non ha solo sortito l’effetto di ridurre i costi.

Ha aperto nuovi scenari al mercato delle carte collezionabili. Le figurine si sono evolute. In questa ottica, la Lega Pro, ha potuto grazie proprio all’interesse del colosso modenese, lanciare i suoi album dedicati alla categoria.
Completamente digitale. La collezione avviene attraverso l’app apposita. Non solo, una volta terminata la racconta, sarà possibile acquistare l’album cartaceo già completo.

La Panini Digital Collection Serie C, stando ai dati delle prime settimane, sembra stia piacendo molto ai tifosi e ai collezionisti. Ad oggi vi sono 10 milioni di figurine virtuali in piattaforma, con 85 mila album attivati da 45 mila utenti unici.

“Si, ma il futsal?”. Sempre quello dei club senza una sede nemmeno in un sottotetto.
Improbabile che possa interessare a Panini una collaborazione che possa avere anche lontanamente i numeri della Serie C di calcio. Prendendo per buoni i dati del “reach” massimo di Facebook, della pagina di futsal con più seguito in Italia, tra maschile e femminile, questa raggiunge mediamente i 20 mila utenti.

Anche assumendo, che tutti e ventimila quegli utenti, siano disposti a investire nel collezionismo digitale. L’intera utenza della disciplina è drammaticamente marginale nell’ottica di una vera operazione commerciale. Non è che non sia possibile creare, a costi contenuti, una piattaforma per il trading di carte digitali. Semplicemente non c’è consistente pubblico a cui venderle.

L’unica soluzione possibile è una operazione commerciale altamente scalabile. Quanto meno per abituare l’appassionato di futsal ad essere anche cliente del suo sport, a supportalo.

Questo dovrebbe essere un obbligo morale e imprenditoriale. Intercettato sembra, dal presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli. Uno sport ai margini dell’attenzione generale, deve essere innovativo. Deve uscire dai canoni ed essere unico, nelle attività che intraprende.

Anche in LND c’è questa tendenza, non stupitevi. Hanno un campionato dilettanti esports su FIFA, arrivano regolarmente le richieste di adesione da tutti i comitati regionali. Si quelli che trattano il futsal, spesso, come una fastidiosa distrazione. Ma nel futsal, siamo fermi ai sondaggini su IG con le emoji.

L’unica via è l’innovazione.

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