Euro 22, conta vincere

Si parte per vincere. Anche sei ti chiami Olanda e sei lì, perché organizzi la manifestazione.
Strana però questa geografia delle potenze del futsal. Forse è segno dei tempi, quelli che passano altrove ma restano immobili in Italia.

La Slovenia tiene testa al Kazakistan. Quel genere di squadra che per batterla, devi passargli attraverso, non le puoi girare intorno. Sentenzia così l’uomo nell’Alto Castello. Tra le sue bobine di pellicola, osserva Higuita perdere palla a centrocampo, come un birillo qualsiasi. 

Accade ad uno dei più forti portieri al mondo. Pensare che c’è chi pensa che qualsiasi portiere possa districarsi con altrettanto successo, nel supporto dell’azione offensiva. Incuranti questi, dell’abilità pedatoria del portiere. Triste sorte capita agli estremi difensori a cui sono toccati in sorte, due piedi di ghisa.

Esplusione e power play sloveno. Non affondano i figli della terra, dove si distilla la birra Lasko. Lasciano una speranza alla squadra degli altopiani dell’asia centrale. La coglie al volo Douglas Junior. Almaty capitale accogliente di uno stato, che non rifiuta mai un nuovo figlio se è un fenomeno a futsal.

Quando sul quattro a due per gli sloveni anche le sagome di cartone in tribuna hanno cambiato espressione con una stupefatta e sorpresa, qualcosa è cambiato nell’approccio all’incontro del Kazakistan. Il quattro a tre arriva, con un tocco sotto misura, come scrivono quelli bravi che sanno.

L’estremo difensore sloveno, indica l’avversario che ha appena realizzato la segnatura. Protesta proprio per la posizione, alle spalle dei difensori. Vero. Bravo. Peccato che non ci sia il fuorigioco nel calcio a 5. No, outside, mate!

Lo sgabello, s’è rotto e ora gli uomini delle steppe, pareggiano. Il CT della Slovenia ha l’auricolare. I meno giovani ricorderanno un famoso programma, la sua conduttrice e il regista che la muoveva come una bambolina radiocomandata, grazie ad un auricolare. Nota a margine. Una epoca geologica dopo, quella conduttrice ha avuto una storia d’amore con Allegri. Si, l’allenatore della Juventus.

Finisce così. Partita che non t’aspetti e pareggio che in fondo è uno dei tre risultati possibili. Si, confesso volevo disperatamente infilare un luogo comune così nelle pieghe di questo resoconto della partita dal divano di casa. Da vero fruitore di sport, 2.0. Peccato che siamo già al VR.

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