Pillola Blu o Pillola Rossa

Pillola Blu: fine della storia. Chiudete questo articolo, tornate a scrivere commenti al posto delle emoticon. A chiedervi come mai il futsal non è “best sport on earth”. A pretendere di ricevere gratis quello che altrove ha un costo. Stupirvi degli spazi vuoti sugli spalti, a non farvi domande alle quali potreste trovare risposte sgradevoli.

Pillola Rossa: continuate a leggere e scoprirete quanto  è profonda la Tana del Bianconiglio.

Citazione di Matrix a parte, l’avvio degli Europei di Futsal maschili è coinciso anche con un paio di annunci da parte della NBA. Questo corto circuito di prodotti che s’affrontano per contendersi un pubblico composto da un finito numero di spettatori, genera una riflessione.

La UEFA e la NBA sono due colossi. Anche dell’intrattenimento sportivo. Il dispendio d’energia e di denaro che la Union of European Football Associations, sta compiendo per la promozione del futsal è solo leggermente inferiore a quella della promozione del calcio femminile.

Partite trasmesse gratuitamente su UEFA.tv. Tabellino live sotto la finestra della diretta, dodici telecamere, quattro di queste dedicate ai piani di ripresa più stretti. Una tendenza che ha lanciato la NFL. Lo slogan è: “portiamo il tifoso DENTRO la partita”.

La National Basket Association, non poteva però non essere sensibile al cambiamento demografico dei suoi clienti. Perché, se non ve ne foste accorti, i tifosi sono clienti. Comprano biglietti, merchandise, abbonamenti alle piattaforme video.

Ieri, la NBA, ha fatto debuttare due nuovi modi di consumare l’evento sportivo. Il primo vi porta direttamente a bordocampo, ma comodamente da casa. Acquistate un Oculus Quest 2. Per i disattenti Zuckemberg comprò la Oculus alcuni anni fa, appena uscita dal garage del suo fondatore. Indossate il suo visore VR.

“Ma chissà quanto costa…”, 349 euro. Come uno smartphone di fascia medio-bassa. Fine.

Sarete catapultati a bordo campo. Con un vostro avatar, digitale. Letteralmente seduti in panchina o nella prima fila. Dietro i canestri come i fotografi autorizzati. Un VR Chat sportivo. Un sistema di telecamere a 360 gradi, rende possibile portarvi sul campo, senza muovervi di un centimetro.

I Nets, nello stesso giorno, presentano ai tifosi, una partita digitale, con un render in tempo reale. Con motori di digitalizzazioni come Octane ora è possibile creare una animazione dell’incontro mentre si sta disputando. Un NBA2k, reale di una partita che sta accadendo, in quello stesso istante.

Potete quindi scegliere. Essere digitalizzati per stare a bordocampo, oppure digitalizzare la partita.

“Ma allo stadio, l’esperienza, dal vivo non è la stessa cosa”.
Se aggiungete anche: “il vinile ha un suono migliore di spotify”, potete vincere il premio Caverna di Khandahar. Tanto non si nega a nessuno un premio.

Il futsal? Deve innovare. Se vuole competere. Perché è in competizione, per l’attenzione di un pubblico.

Nel contesto attuale italiano, la comunicazione sportiva del calcio a 5 non è diretta al pubblico. È alimentata da un circuito di società volano. Lungo una ellisse sulla quale si trovano società e sponsor. Interlocutori di una narrativa autoreferenziale.

Non c’è una “call to action” che corrisponda ad una acquisto in denaro, richiesta al lettore. Non c’è un tifoso cliente. Situazione che si replica nella realtà analogica. Speso i presidenti si lamentano di spettatori poco inclini ad acquistare lo spettacolo del futsal. La comunicazione del futsal è il loop deamicisiano che osserviamo quotidianamente.

Bastano quindici euro per comprare diecimila followers da una farm in Serbia o in Cina, se volete spendere meno. Sufficienti a rivendicare rilevanza in un ambito nel quale la metrica si misura in azioni intraprese dal lettore. Questo cortocircuito non crea l’urgenza di monetizzare la comunicazione che passi attraverso il vero cliente di riferimento: il tifoso.

Il futsal è prigioniero di una nicchia. Perché forse lì si trova bene, come ad una enorme tavolata dove ci si conosce quasi tutti di vista e l’unica attenzione richiesta è non dire o fare qualcosa di sconveniente.

Non esiste un pubblico del futsal, esiste un pubblico che potrebbe guardare anche il futsal ma a scapito di altre cose. La domanda quindi, qui sul fondo della tana del Bianconiglio è: “perché?”.
La risposta: “è lo sport più bello del mondo”, vi squalifica.

Ignorare un mutamento, non impedisce che questo si verifichi. Quello che non conoscete, accade ugualmente. Chiedete pure al Betamax.

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