Caffè Corretto – La prima del nuovo anno

Il freddo dell’inverno morde le caviglie di questa stagione di futsal femminile, mentre mancano ormai solo quaranta minuti effettivi alla fine del girone d’andata. La Serie A Femminile, riparte, dopo la finestra di mercato. Aperta proprio nel periodo natalizio ha riportato nel Bel Paese, volti già noti e alcuni meno noti.

Già tempo di primi responsi. Un punto in dieci partite, cinque lunghezze dal primo posto utile per i playout, occupato dal Sassari. Solo la matematica non condanna ancora un Padova, sconfitto proprio dalle sarde, in trasferta per 10 a 2. Non bastano le dichiarazioni di buona volontà, l’impegno giornaliero e i propositi, a sovvertire i valori tecnici in campo.

Come ama ripetere Julio Velasco: “anche se tutti fanno le cose giuste, s’allenano in maniera corretta … qualcuno arriverà primo e qualcuno occuperà l’ultimo posto”. Questa è la natura degli sport agonistici. Qualità acuita dal vile denaro, che a pensarci bene perché dovrebbe essere vile?

Andrebbe abbracciata una narrativa più adatta, quella da trincea ad esempio, quella di lotta. C’è sempre della retorica alla quale attingere. Quella di stampo deamicisiano, funziona poco, risulta anche stucchevole e decisamente lontana per tempi e valori a quelli di una comunicazione moderna.

Al sabato, su Sky, incastrata tra la partita in diretta di NBA e quella di Ligue 1, s’è giocata la seconda partita consecutiva tra Falconara e Pescara. Terzo episodio della serie a carattere sportivo: “tra una partita per un trofeo e una solo per 3 punti”. Sei puntate nella prima stagione. In questa siamo già al secondo episodio. Serie interessante, ve la consiglio.

Sul quattro a uno per le marchigiane confesso d’aver sbirciato prima la NBA.  Ero curioso poi, di vedere cosa combinava il  Lens che ha in prestito dal PSG, un centrocampista che France Football, quelli del Pallone d’Oro, definisco il prossimo Pogba.

M’accorgo nel fare zapping, che prima hanno accorciato le biancoazzurre e poi addirittura impattano l’incontro. Seguo gli ultimi minuti di partita. Arrivo in tempo per osservare Aida Xhaxho deviare di testa un gol quasi fatto sulla sirena del Falconara. Tentativo temerario proprio della ex di turno, disposta a rischiare l’impatto con il palo di faccia e quindi rovinare tutti i suoi prossimi selfies, pur di salvare il risultato.

PalaRoma, futsal dal vivo. A seguire Vanelli prendere a spallate avversarie fisicamente più possenti, senza paura. Si batte, tanto. Ogni pallone, ogni rimpallo ogni contrasto. La trasformazione di Jessica Naiara, in uno dei migliori centrali marcatori della Serie A femminile, è stata progressivamente temprata nella battaglia. Chiedete prima a Dal’Maz com’è ritrovarsi francobollati da Naiara. Ieri s’incolla come il cianoacrilato a Vanin. La brasiliana del Francavilla deve attendere che la connazionale sia sfinita dalla fatica per trovare il gol.

M’ha colpito però chi non ha giocato. Quella Luiza Bortolini, che avevo incrociato digitalmente per una storia di cantanti brasiliane, decedute prematuramente. Non può aiutare le sue compagne in campo, lo fa in ogni altro modo possibile. Dallo sventolare un fratino davanti al viso stremato di Ziero e poi Vanelli, al sistemare i segnalini sulla lavagnetta. In genere, c’è chi in panchina prende semplicemente freddo. Chi s’annoia e attende solo la fine. Luiza ha sorriso sempre, anche quando il risultato aveva indirizzato chiaramente i tre punti verso le avversarie.
Peccato, per me, non averla vista anche sul terreno di gioco.

Con il Sars-Cov-2 che preme forte sulle nostre esistenze biologiche, questi non sono più attimini di normalità. Probabilmente di una nuova normalità. Lo sport, quello giocato sul campo, di contatto e non, fatica a trovare una soluzione ad un problema in continua mutazione. In attesa di conoscere le decisioni di governo, sportivo e non, c’è un europeo alle porte, da goderci però, da lontano.

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