Si è chiusa la finestra trasferimenti per il calcio a cinque italiano. Molti la chiamano finestra di “mercato”, tuttavia fino a quando le regole, vieteranno la monetizzazione dei cartellini dei dilettanti, non esiste un mercato. Almeno legale.
Giova anche ricordare che un tetto al rimborso degli atleti dilettanti esiste già. C’è un numero esatto, spesso disatteso, aggirato e scavalcato.
Nel maschile arrivano giocatori esperti, così molti di quelli al tramonto della propria carriera agonistica vengono definiti, negli aggiornamenti di mercato. Rinforzano squadre in cerca della salvezza, altre in cerca di una identità. Un giorno da queste pagine potrò forse scrivere: “Questo non è un paese per vecchi”. In questo momento tra cavalli di ritorno, usati (molto) sicuri e scarsa conoscenza, circolano sempre gli stessi nomi.
La Supertaça del Portogallo è una di quelle partite da guardare e riguardare. Provate poi, fino a quando sarà possibile, a confrontarlo con un incontro della Serie A. Uno di quelli definiti di cartello. Se uno come me che non ne capisce nulla, di movimenti senza palla, di diagonali, di marcature a zona, nota una differenza. Perché questa pletora di soggetti pronti per tenere lezioni a Coverciano continuano a raccontare quanto fantasmagorico, intenso, emozionante sia il campionato di Serie A.
Se lo Sporting Lisbona ne rifila sette al Benfica, compagna di Final Four di Uefa Champions League, in Italia quanto siamo lontani dal tetto d’Europa? Guardate i due gol del portiere dello Sporting. Non la gamba che scaglia due sassate in rete da centrocampo. Osservate la proprietà di palleggio, la capacità di gestire la pressione degli avversari, la visione di gioco. Non è una uscita con il solo fine di scaricare un passaggio laterale, è una soluzione di gioco.
La fisicità dei contrasti, l’intensità degli impatti, si possono distinguere anche senza aver consumato calcetto al posto dei biscotti nel biberon. Perché quei giocatori capaci di fare davvero la differenza continuano a preferire Spagna e Portogallo, al Bel Paese?
Non accade solo nel maschile.
Le iberiche del Torreblanca, mettono a segno il doppio acquisto di Amandinha e Ana Luiza. nel bel paese s’ammanta di mistero il ritorno di una onesta pedatrice. La si definisce colpo di mercato, così. Per un pugno di dollari. Nella presunzione d’essere più intelligenti dei propri lettori. Che questi ultimi non abbiamo memoria.
Al netto degli inesistenti palloni d’oro, l’autoriciclaggio di giocatori, titoli e luoghi comuni, ucciderà questa disciplina, che pretende serietà, ma solo dagli altri. Onestamente quanti consumatori ossessivi di calcio sarebbero disposti a non sentirsi presi in giro se l’Inter avesse annunciato come “acquisto con il botto”: Andrè Onana.
Sapete cosa è accaduto, nel calcio? S’è sottolineato che l’arrivo del portiere dall’Ajax è figlio di una sospensione per doping. Lui s’è difeso, s’è generato però comunque interesse intorno all’evento. Prendete questo avvenimento, cosa accadrebbe nel futsal, quello dei presidenti presenti sui social come dei capi ultras?
Non è tutto da buttare, ovviamente. Tenete d’occhio i social della L84. Il loro IG è senza ombra di dubbio, quello gestito con più intelligenza, ironia, attualità. Tra tutti quelli della Serie A. L’ultimo video, è nella sua normalità, geniale in un panorama che confonde pallonetti e cucchiai. C’è quindi, anche qualcuno che non scende dall’ottovolante con la famiglia.
Mentre si spengono le lucine di natale, su questo spazio di trasferimenti, già s’alimentano le voci per quello della prossima stagione. Ogni messaggio è uno screenshoot, non dimenticatelo mai. Le conversazioni si registrano. Ogni voce, spiffero, sussurro, si diffonde come fosse urlato in un enorme salone da parrucchiera.
In una economia di mercato, è la domanda a generare il valore. Anche nello sport. Quelli che chiedono prezzi calmierati, sono poi disposti a spendere per una giocatrice, l’equivalente del cartellino di Girelli. La giocatrice della Juventus Femminile. La Juventus vera, quella degli Agnelli. Questa contraddizione tra i propositi e le azioni, non è necessaria. È sciocca, stucchevole. Inutile.
Venni, Vinsi, Sparii. Storie di calcetto, dell’araba fenice.
Se “Cristo s’è fermato ad Eboli”, ci sarà anche un perché. Forse per sollevare una coppa, che speriamo non arrugginisca facilmente come la Coppa dei Campioni.