Le case del futsal

Essere imprenditori nello sport. Una di quelle pratiche particolarmente tortuose, complesse da perseguire. In uno sport dilettantistico come il futsal, è impresa improba. Uno degli ostacoli ricorrenti, nello stabilire una “best practice” sportiva è proprio, l’impiantistica.

Spesso rilegato in tensostrutture, fredde come la calotta artica d’inverno, calde come la foresta pluviale d’estate.
Strutture condivise con altre realtà sportive. Gestite da entità pubbliche. Municipalità volubili, per intrinseca natura politica.

Negli anni, diverse realtà hanno tentato d’acquisire la gestione, oppure costruire un palazzetto. La famiglia Barbarossa quando era alla guida dell’Acqua e Sapone (oggi Pescara). C’è stato nel femminile, il tentativo della Ternana di dotarsi di una struttura più moderna del vetusto Pala di Vittorio.

Non è affatto semplice, costruire una struttura sportiva adibita ad eventi agonistici. Non basta possedere un terreno, quello è sufficiente se volete tirare su un centro sportivo. Uno di quelli nei quali si gioca tanto a Padel.
L’arena sportiva è un animale immobiliare, completamente diverso. Esiste una legislazione apposita, permessi da ottenere, piani urbanistici da contemplare.

All’interno di una realtà territoriale nella quale esistono ad esempio, già otto strutture adattate all’agonismo, nel raggio di circa 20 chilometri, è impossibile indurre una amministrazione comunale a concedere il permesso per la costruzione di nuovo palazzetto.

L’impiantistica è la testata d’angolo di qualsiasi impresa sportiva. Dalla piscina per una squadra di pallanuoto allo stadio di proprietà, per una squadra di calcio. Di qualche giorno fa il grido del presidente del CMB Matera, costretto a muoversi come un viandante, tra i palazzetti del comprensorio.

Lamentando un disinteresse delle istituzioni, una difficoltà a fidelizzare il pubblico, l’incubo logistico di migrare tra diversi terreni di gioco. L’aumento dei costi che non può essere mitigato in alcun modo. Il futsal resta uno sport disperatamente ancorato ai suoi sponsor, volubili.

Altrove si annuncia la costruzione di un palazzetto. Pizza, presidente del Pesaro, costruirà una struttura nel terreno adiacente alla sua azienda. Un palazzetto da millecinquecento posti. Nel tentativo di risolvere l’annosa penuria di strutture che affligge la sua squadra.

Impresa improba, come ho già accennato. Sarà una battaglia burocratica, politica. Costosa. Il progetto del palazzetto nella città di Terni, prevedeva un impianto dal costo di circa un milione e duecentomila euro. L’importo necessario per disputare una stagione ad alto livello in Serie A, maschile.

“Se lo costruisci, loro arriveranno”, ripeteva la voce a Key Kinsella, nel libro e nel film: “L’uomo dei sogni”.
Millecinquecento persone, sono un numero consistente di posti a sedere per riempirli di soli spettatori. Il Pesaro però ha una mascotte e perfino un gruppo di tifosi, è più probabile che accada li, che altrove.

Potrebbe ospitare in una arena di quella capienza anche un Main Round di UEFA Champions League. Impresa sportiva però leggermente più costosa di costruirla, quell’arena. Circa due milioni, questo è il budget del Benfica, che è lì quest’anno, insieme allo Sporting. Si, il Benfica “vero” e lo Sporting “vero”, se vi fosse sorto il dubbio.

Una volta edificato però, ancora da Matera, il presidente Auletta, evidenzia in una precedente intervista, un secondo problema. La scarsa propensione a pagare il biglietto, dello spettatore medio nella sua area geografica. L’enorme richiesta di accrediti e biglietti omaggio. Come convincere, l’astante abituato a consumare futsal gratuitamente che ora questo spettacolo ha bisogno di essere sostenuto?

L’esperienza della Città Fantasma, è sotto gli occhi di tutti. Un palazzetto bellissimo, vestito magnificamente e con professionalità. Localizzato in una città termale, sulle rive del lago Touluca, dove i prezzi sono ancora in lire. Non ha attirato spettatori, perché a parte le apparizioni degli amanti del bridge e del burraco, sugli spalti non m’è sembrato di scorgere altro se non i teloni con gli sponsor.

Non bisogna mai dimenticare che non esiste un pubblico SOLO del futsal, siete, anzi siamo, in concorrenza con le più svariate forme d’intrattenimento. Dovreste ogni tanto guardare il tabellone che indica il punteggio. Siete abituati sempre a vincere, anche quando non è vero. Gettateci lo sguardo, ho l’impressione che la realtà sia diversa da quella che pagate per farvi raccontare.

Exit mobile version