Le storie di Natale, possono avere le tinte rosse del vestito di Babbo Natale. Oppure potrebbero avere quelle rosse, delle insegne. Di quei neon che illuminano le notti più buie e per alcuni, più solitarie. A punteggiare le fredde notti del nord Europa c’è anche quella tenue ma penetrante luminescenza blu, che illumina le vetrine.
Belgio, qualche anno fa.
Tra i pigri canali di una regione come il Limburgo, che ha riscoperto la sua indole contadina dopo decenni di frenesia mineraria carbonifera, il tempo scorre lento come l’acqua nei canali d’irrigazione. L’inverno è particolarmente freddo, gela più spesso di una dichiarazione inappropriata di Cassano, con la stessa frequenza di un rimprovero di Canavacciuolo.
Si gioca a futsal in Belgio, anche ad Hasselt. Piccola cittadina a due passi da tutto. Come accade in una nazione dalla limitata superficie, incastrata tra Olanda, Germania e Francia. Città d’immigrazione, tanto da avere un supermercato dedicato solo ai prodotti alimentari arrivati dall’Italia. La tipica cittadina belga, di provincia.
Le case tutte uguali, che se torni alticcio il sabato notte potresti infilarti nell’ingresso sbagliato, confondendolo facilmente. L’odore di umido, asfalto bagnato e concime combatte per il suo spazio nelle narici gelate con l’ossido di carbonio e l’odore delle patate fritte nello strutto liquido.
Vallone. Belgio.
L’Halle-Gooik, domina il campionato. A due passi da Brusselles, ha ambizioni europee. Per questo spende, tanto. Investe in un allenatore straniero ambizioso e preparato. Riempie il roster di giocatori di livello internazionale. Obiettivo della stagione, arrivare ancora all’Elite Round di Uefa Champions League. Il sogno però è la Final Four. Un sogno abbastanza comune.
Attorno a questo progetto sportivo si sono aggregate molte realtà imprenditoriali del territorio. Aziende impegnate nel business dell’edilizia. Tra tutte spicca la Time for Quality. Azienda impegnata nell’assistenza agli anziani. Domiciliare, residenziale. Aggiungete la locale concessionaria della Audi, l’istituto di credito, la compagnia di autotrasporti.
Coppa del Belgio.
L’Halle-Gooik è già fuori dalla UEFA Futsal Champions League. Non è arrivata nemmeno all’Elite Round. Nel suo girone si piazza dietro al Rieti. La stagione non è quella che le aspettative della vigilia pronosticavano. Molte risorse investite per la squadra regina del Belgio, per trovarsi inchiodata sempre sullo stesso gradino agonistico.
Giungono in finale, da favoriti. A contendergli il primo trofeo stagionale c’è l’FS Gelko Hasselt. A dirigere l’operazione a livello manageriale c’è Dirk Arnoets. La squadra ha un tetto salariale di 1500 euro al mese, per giocatore. Molto lontano come budget di spesa, da quello dell’Halle-Gooik.
Diversi, profondamente diversi sono anche i core business che finanziano le due società. Arnoets ha una florida catena di esercizi commerciali specializzati nella commercializzazione di oggettistica di carattere erotico. In una zona come il Limburgo, lontana dal glamour di Brusselles o di Charleroi è piuttosto difficile assemblare una cordata di imprenditori di genere. In quell’Hasselt gioca anche Gonzalo Galan, oggi al Catania nella Serie A italiana.
In finale accade di tutto. L’Halle va avanti, per poi venire riacciuffato nel finale dei tempi regolamentari dall’Hasselt. Si va ai supplementari e qui i ragazzi di Arnoets gettano il cuore oltre l’ostacolo. Due errori dei campioni in carica, portano dai 10 metri: Lolo, che non perdona. A nulla serve il gol di Bissoni a una manciata di secondi dalla fine.
Arnoets alza il trofeo al cielo, battuti cinque a quattro i favoritissimi pluricampioni valloni, in una sfida che da quelle parti ha connotati anche geografici e politici, oltre che culturali. Vince l’imprenditore del sesso, come divertimento e passatempo. Potete ora aggiungere voi liberamente la similitudine che vi fa più sorridere.
Sembra un fuoco di paglia quello dell’Hasselt. Non è così.
Le due squadre si ritrovano di fronte nella serie finale, quella che assegna il titolo di campione del Belgio.
La prima gara ad Hasselt, finisce con un pareggio. Tre a Tre. Considerando la disparità di forze anche economiche in campo, è un vero Davide contro Golia. Gli eroi più improbabili sono proprio quelli di Dirk Arnoets, che ora si giocano tutto nella seconda gara, in casa degli avversari.
L’Halle Gooik sembra però incapace di battere, i ragazzi con lo sponsor meno politicamente corretto sulle maglie. Il regolamento però del campionato belga permette in caso di doppio pareggio nella serie finale, di assegnare il titolo alla squadra piazzata meglio nella regular season. L’Halle-Gooik ha quindi due risultati su tre a disposizione.
Il quattro a quattro finale, porta il titolo ancora nella stesse direzione, lì tra quei due paesoni incastonati intorno alla capitale.
Ai ragazzi dell’Hasselt, resta quel sentimento amaro d’aver sfiorato l’impresa. Contro una corazzata piena di soldi e di stranieri. Loro, sostenuti dal più improbabile degli sponsor. Però vi confesso che partecipare ad una festa scudetto, organizzata da un imprenditore di genere così particolare, potrebbe rappresentare un successo ulteriore.
Pecunia not olet, così almeno raccontava Svetonio.