Un dicembre come questo, freddo. Una notte di Wild Card Game. Un posto nei playoff anche se non te lo sei proprio meritato. Il duemilaquindici è stato l’anno del Miracle Mile. Mile High è lo stadio dei Denver Broncos, che incredibilmente vincono più partite di quelle pronosticate. Alla guida c’è il più improbabile dei quarterback, Tim Tebow.
Non è la storia di Tebow, che voglio raccontarvi.
Ieri notte è scomparso a soli 33 anni, l’altra metà di una notte, nella quale eravamo svegli in due, in una stanza più fredda di Tanana, a guardare una partita sperando, disperatamente, d’assistere a una favola.
Pittsburg Steelers, favoriti alla vigilia di 14 punti, sono in overtime. Palla ai Broncos. Proveranno a correre penso, una option con Tebow. Segnale, snap. La palla ora è nelle mani di questo ragazzone dalla fede incrollabile in Dio. Arretra e con quel movimento del braccio tutto sbagliato, mette la palla in mezzo al campo.
Nel posto più pericoloso di tutti, li s’è piazzata la difesa degli Steelers. La telecamera si sposta troppo lenta. Sullo schermo, appare all’improvviso, una macchia scura con il numero 88 dei Broncos, che l’afferra ancora a mezz’aria. Accelera. I difensori non hanno l’angolo giusto per placcarlo. Corre in diagonale verso uno dei piloncini arancioni che delimitano la endzone.
Sei punti, sul tabellone. La sua corsa finisce quasi nel tunnel degli spogliatoi. Lo stadio esplode, noi in quel letto c’abbracciamo. Il regolamento dice che è finita. Broncos wins in overtime.
Qualcosa d’incredibile è successo davvero. Eccoli gli eroi, quelli che “la partita è nelle mani di Dio”, forse l’hanno davvero affidata alla loro fede. Demaryius Thomas è il nome di quel numero ottantotto. Deceduto nella sua casa a Roswell, in circostanze di natura medica.
Non dovevano vincere, eppure l’hanno fatto. Sarà ricordato, per quella singola giocata, nonostante le sue tre partecipazioni al Pro Bowl, il suo anello per la vittoria del Superbowl 50.
Accade che le vittorie, possano avere un sognifitcato piu profondo. In quella notte, la sua abilità atletica ha regalato a quelli che guardano lo sport, con animo romantico, una favola, bellissima.