Caffè Corretto – Spostare Equilibri

Quando il ticchettare dei tasti è più uno schiacciare delle bolle di plastica, perdo quel rimbalzo sonoro alle mie riflessioni. Il bar però, ha il suo consueto concerto di voci, di commenti da giornale cartaceo, tipici degli anziani. I bimbi che hanno domande, estremamente sonore.

Lunedì, è anche il tempo delle mie di domande, dei riassunti e della programmazione. Il prossimo turno è all’apparenza, lontano. C’è ancora nella memoria quello appena trascorso.

Guardo da casa ma con tre inviati sul campo, Lazio – Falconara.
La maglia delle detentrici della Coppa Italia è credo ancora provvisoria. Inevitabilmente prigioniera di quel colore Cleveland Browns, con il quale poi vincere è onestamente difficile. L’audio dei microfoni, anche quelli da 35 euro, è preamplificato. Commentatore biancoceleste, non c’è bisogno d’urlare per manifestare entusiasmo.

Nel bar risuona “All I want for Xmas is you” di una Mariah Carey che sarà per sempre giovanissima. Con un attillatissimo vestitino da folletto si siede sulle ginocchia di Babbo Natale. È arrivato, il tempo delle lucette, dei cappellucci. Grinch, suca, che forse ti riesce bene. Fine digressione di entusiasmo natalizio.

Guardo Verona – Statte, la parte migliore della partita arriva alla fine. È scritta su una maglia indossata da tutta la rosa dello Statte.
Troppo brutto per essere vero quello della settimana scorsa. Forse è vero che ad alcuni giocatori il futsal scorre nei piedi, ad altri scorre in tutto il corpo. Non ricordo di aver mai visto Renata Adamatti, battersi con la stessa foga agonistica, mostrata ieri in campo.

L’italo brasiliana, in due anni alla Ternana ha disputato due finali scudetto, da protagonista. In quello perduto, con il rigore parato da Giustiniani a una manciata di secondi dalla fine di gara 3. In quello vinto, guidando una squadra straordinaria a battere la Kick Off in due gare.

Probabilmente ci sono giocatori che spostano gli equilibri, altri invece che spostano solo il mobilio nei traslochi. Come fu per Bonucci. Per chiosare in chiusura, la frase di Allegri cade a pennello: “c’è una ragione se nel gabbione vincono sempre gli stessi”.

Ragazze, se proprio cercare un modello da imitare, c’è quella non più giovanissima giocatrice del Bisceglie. Indossa la maglia numero cinque. Senza di lei, la squadra perde contro il Sassari. Con lei, batte l’imbattuto Granzette. Un giocatore che non realizza gol da cineteca, perché nella teca non c’è posto. È piena di trofei. Un giocatore capace di reinventarsi centrale difensivo e far vincere all’allora Montesilvano, una Coppa Italia che sembrava un tabu. La regina delle coppe, Susanna Nicoletti.

Una foto, nel dopo partita, racconta più della scritta stampata sopra. Collega la vita, quella normale, fatta di orari di lavoro, di lacrime e pochi sorrisi alle battaglie sul campo. Quelle che non vedete. Come non assistete alle mattine che ti catapultano dietro alla cassa di un supermercato. Forse sei quella che mi sorride anche se compro mezzo chilo di gelato a due euro e 19.

Per trovare i tesori bisogna scavare, sporcarsi le mani e spalare tanto letame. Vero, tristemente vero. C’è anche il futsal giocato a bussare alla porta dei ricordi, dei pensieri.

Esordio con vittoria di Morgado sulla panchina del Pescara Femminile. Prende ufficialmente il suo posto a bordo campo. La sua squadra però concede due reti al Padova fanalino di coda. Il 50 per cento delle reti realizzate fino ad ora in Serie A dalle patavine sono state realizzate ieri.
Quattro in totale. Subite 24. Non è la peggior difesa.

Quattro giornate rappresentano un terzo del girone d’andata. Dodici squadre, cinque matricole più una Kick Off completamente ricostruita.
Si può asserire che metà delle squadre di questa Serie A, in effetti è una matricola. Al termine della stagione almeno due finiranno ai play off, alla prima stagione nella massima divisione. Non è un risultato sportivo, è una certezza statistica.

Medesima certezza che hanno quelli che mi regalano un libro. Sono coscienti che è come mettere nelle mie mani un’arma. Accade così che nel libro di Malvaldi, Rigore di Testa, trovo una riflessione importante per il futsal.

Il calcio, così come il futsal quello vero, della Champions League maschile, viaggia su punteggi bassi. Con il gol come accidenti sorprendente, a differenza del basket o della pallavolo.
I risultati da Serie C di basket, quelli in doppia cifra stentata, non dovrebbero trovare posto in un campionato davvero competitivo.

Aiutano però i giocatori ad arricchire il bottino per la classifica marcatori. A fine stagione avranno realizzato 106 gol, 80 dei quali realizzati alle medesime 2-3 squadre. Ci sono però, anche quelli che non riescono nemmeno a fare, questo.

Sabato ero a vedere il Pescara, maschile. Edu si fa male durante il riscaldamento. La squadra spazza via il San Giuseppe anche senza di lui. Gui spacca la porta, i contrasti e in genere quello che s’aggira nelle vicinanze.

Questa squadra, non ha ancora la mistica dell’Acqua e Sapone, però ha il nome giusto. Quello della città. Le sciarpe pescara rangers, le aspettavo dal palazzetto. Ora attendo anche i tifosi. Quelli veri.

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