Le citazioni, che non dovreste usare, mai

With a banner displaying Pat Tillman’s #40 jersey, Cardinals Vice President Michael Bidwill retires the number during the Tillman dedication ceremony. Pat Tillman left the NFL Cardinals, became a U.S. Army Ranger and was part of the 75th Ranger Regiment to fight terrorism in Afghanistan. He was killed in action on April 22, 2004. (U.S. Air Force photo by Master Sergeant Michael C. Burns) (Released)

È da poco passato il “Veteran’s Day”. Il giorno, negli Stati Uniti, nel quale si commemorano tutti gli uomini e le donne che prestano o hanno prestato servizio, nelle forze armate. Qualcosa un po’ più potente del ricordare, il “milite ignoto”. Perché “thanks for your service” è qualcosa che qui, in Italia, non ascoltiamo mai.

Vengo da una famiglia di militari, con una tradizione che continua anche con mia sorella. Anche, d’appassionati di sport. Questo mi rende, particolarmente sensibile, a taluni tematiche. Accade, per fortuna non troppo spesso, che nel marasma gorgogliante delle frasi fatte, dei luoghi comuni e delle citazioni a sproposito, qualcuno ne tiri fuori una di Pat Tillman.

** FILE ** Former Arizona Cardinals football player Pat Tillman, is shown in a June 2003 file photo, released by Photography Plus. Investigators probing the friendly fire death in Afghanistan of former football star Pat Tillman found no criminal negligence, a government official said Monday, March 26, 2007. (AP Photo/Photography Plus via Williamson Stealth Media Solutions, FILE) ** NO SALES **

L’ignoranza è l’unica ragione che può indurre ad appropriarsi, per uno scopo banale, di qualcosa detto da un uomo, la cui stessa esistenza travalica lo sportivo che è stato. Il soldato, il “serviceman”, il giocatore, l’uomo. In ordine sparso. Pat Tilman è sepolto al cimitero nazionale di Arlington. I giardini di pietra. Lunghi, leggeri declivi verdi, punteggiati da lapidi di marmo bianco. Riposano lì, gli uomini e le donne, caduti in battaglia. Servendo il proprio paese.

Non importa, per questa storia che Pat Tilman, sia stato ucciso vicino ad uno sperduto villaggio in Afghanistan, in un incidente di fuoco amico. Nemmeno del successivo tentativo di depistaggio, per insabbiare l’incidente. Quello che conta è questo: ridurre Pat Tillman, alla safety degli Arizona Cardinals è un delitto, intellettuale.

Ammesso che voi sappiate che Pat Tillman era un linebacker al college, 226 scelta assoluta la draft. Un perfetto sconosciuto. Duecentoventicinque giocatori vengono scelti prima di lui. Si converte nel ruolo di safety nei pro. La sua carriera sportiva decolla. Fino al 31 maggio 2002, il giorno del compleanno della signora Gianna, che poi si chiama Giovanna.

Quel giorno, rinuncia ad un contratto da 3.6 milioni di dollari e sceglie di entrare nei Rangers. Prima l’Iraq e poi l’Afghanistan. Pat Tillman muore in un terribile scontro a fuoco nel quale tutti sparano contro tutti. Perché la guerra è così, un affare sporco. Non importa nemmeno se t’appuntano sulla bara la Silver Star.

Lì fuori è pieno di sportivi famosi da citare, un MJ non si nega a nessuno. Qualsiasi frase, di chiunque. Non Pat Tillman e non per la vostra semisconosciuta partita di qualcosa. Perché i sacrifici non sono tutti uguali, il suo è stato supremo. Il vostro, beh il vostro è al massimo è una sudata.

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