Il futsal si prende il sabato e anche la domenica. Un gatto nero mi squadra incuriosito, riposa sul tetto di una macchina mentre attendo l’arrivo di Marco. Destinazione Pala Rigopiano. Pescara – Polistena e deve veder giocare Edu Villalva dal vivo. La partita s’inclina nella direzione degli abruzzesi abbastanza facilmente, mentre qualche panettiere ceco inforna un biscotto da campioni.
Il Napoli batte 6 a 3 a domicilio, la Feldi Eboli e non è impresa da poco. Anche in considerazione degli spifferi di mercato che avvolgono al momento la compagine partenopea. In attesa del ritorno in campo del campioni d’Italia, questa Serie A maschile, cambia spesso la squadra in testa alla classifica.
Il Pesaro senza ulteriori obiettivi stagionali extra nazionali, potrà concentrare tutte le sue forze in un triplete quasi obbligato. La debacle europea rinforzerà sicuramente le motivazioni del tecnico più vincente della Serie A italiana. Si può far già posto nella bacheca del presidente Pizza, per nuovi trofei.
Ladri s’introducono negli spogliatoi di Fiano Romano, mentre le biancocelesti della Lazio sono impegnate contro il Sassari. Le romane scoprono il furto e quello spazio che nello sport ha una particolare sacralità, saccheggiato.
Sul campo il risultato non è mai in dubbio, due successi in due partite per le ragazze di mister Chilelli.
In un campionato femminile che inizia davvero solo ora, il Bisceglie strapazza all’Arena il Francavilla. L’impatto con la categoria per tutte le neopromosse è ovviamente complicato, nonostante gli innesti. Le rotazioni nel futsal sono capaci di orientare i risultati. Non solo gli umori delle panchine.
Di Chiano, mister del Bisceglie, regali agli appassionati una Oselame in versione Higuita. Pardon, volevo utilizzare per una volta un paragone tutto interno al mondo del futsal. Con onestà intellettuale, è più corretto riportare che Oselame viene impiegata con frequenza in una situazione tattica che ricorda quella impiegata dal Kairat per il suo portiere.
In attesa di una governance italica che degni anche la parte femminile di questa disciplina, di una Hall of Fame, c’è un giocatore che gli americani definirebbero già “first ballot”: Susanna Nicoletti. Si. Lo scrivo nonostante l’enorme bias che riconosco di avere nei confronti della giocatrice. Tanto da declinare spesso al maschile il suo ruolo. Giovani calcettiste italiane, se volete un modello da imitare, indossa ora la maglia numero cinque del Bisceglie. Per quello che è stata, per quello che è ancora ora, dentro e fuori dal campo.
Cappellino omaggio, all’ingresso con il prezzo del biglietto. Il sodalizio del presidente Intini, in trasferta forzosa da Bitonto a Giovinazzo, si presenta così ai suoi spettatori, anche occasionali. Finalmente, si cerca di fidelizzare l’astante del futsal. Scopro che la cittadina pugliese che ospita questo incontro di Serie A femminile, è terra di hockey su pista.
Da quegli spalti arriva anche il suono dello sport agonistico. Non è quello che generano i protagonisti in campo, ma quello che arriva dagli spalti. È il suono dei tamburi, dei cori. In talune occasioni, come una partita del Partizan Belgrado di basket in casa, anche i fumogeni e le sciarpate. Sono pochi, i tifosi del Bitonto ma numericamente qualcuno in più dei Vickings del Pesaro.
La balaustra, il muretto che delimita il campo, modificano alcuni dei riti ai quali gli appassionati del calcio a 5, sono abituati. C’è quella porticina che delimita il campo, che si apre e chiude ad ogni sostituzione, senza però la frenata dei pattini vicino alla recinzione. Le squadre di Marcio Santos giocano un futsal estremamente verticale, le energie di una squadra con limitate rotazioni si disperdono però, in fretta.
Il Falconara gioca la sua partita da grande squadra. Mi resta la curiosità di vedere un quartetto di movimento composto da Taty, Marta, Fifò e Janice. Solo per vedere l’effetto che fa, a me e agli avversari. Ad impressionare dal vivo, come sempre, è la ventitreenne ex stella del Benfica: Janice. La capacità di giocare a quella velocità, in un ruolo come quello di pivot, solitamente appannaggio mentale di giocatori più fisici, la rendono uno spettacolo da ammirare.
Gianluca Marzuoli, sta dipingendo un piccolo quadro d’artista. Il Granzette nella scorsa stagione s’è salvato aggrappandosi alla differenza reti nel playout. Dopo due sole giornate, che non sono assolutamente un campione statistico, veleggia a punteggio pieno. Una squadra quella guidata il tecnico pescarese, che non è certo ringiovanita.
Marzuoli potrebbe essere un “Ranieri”, capace di prendere quello che c’è e trasformarlo, nella migliore versione possibile.
Nathalia Rozo, ritrova il gol e ne fa tre. Un lampo del giocatore che può essere, di quello che è stato e di quello che vorrei vedere più spesso. Anche solo per poter dire oltre a: “vieni a vedere Edu”, anche un: “vieni a vedere Nathalia”.
Mio padre mi chiede incredibilmente: “che partita c’è?”. Rispondo: “premier e bundes”, lui mi stupisce e mi risponde: “No di futsal”. Non calcio a 5, futsal. M’affretto a spiegargli che deve guardare il numero dieci del Catania. Aggiungo che è un “Redondo” ma più veloce e più tecnico. Allora forse non è Redondo, rifletto. Condisco la narrativa con dettagli di gossip, indico Musumeci e aggiungo “è italiano”. Per la precisione.
Passano una manciata di minuti. Lui perplesso mi chiede: “com’è che si chiama il dieci?”. “Vaporaki, è argentino. Nazionale argentino.” “Giocava nel Boca”, aggiungo. Lui mi guarda, scuote la testa perplesso e aggiunge: “Gioca ad uno sport diverso. Non s’è accorto che quelli intorno a lui pero, non hanno la maglia del Boca”. Così, lapidario.
In Svezia la nazionale italiana di football americano vince il titolo europeo. Dopo ventisei anni, a voi che seguite il futsal che v’importa? Credo nulla. A me, che scrivo, moltissimo. Forse perché conosco personalmente molti di loro.
Perché gli sport minori hanno in comune i sacrifici, il sudore e glorie che sono note solo a pochi. Anche nel football americano italico, come in tutti gli sport, ci sono polemiche, invidie e decine di allenatori potenziali.
Ci sono anche quelli che li avrebbero visti volentieri sconfitti. Solo per continuare a ripete: “ai miei tempi si vinceva”. Sorry, they are European Champions. Perché in inglese, nel football americano, suona meglio.
Quasi dimenticavo. Parte la Coppa Italia, under diciannove femminile. Diciannove squadre. Potrebbe essere record, anche senza che ne siano ventuno. Triangolari, abbinamenti. Un campionato nel quale le squadre ruotano, a seconda della disponibilità di giocatori.
L’unica costante resta l’under 19 della Lazio. Tra le pochissime invariabilmente presente in tutte le manifestazioni a carattere nazionale, dedicate alle under.
Come recita il detto? Morto un papa, se ne fa un altro.
Mi congedo con una frase: “ci dobbiamo vergognare di avere quindici punti”. Aggiungo una riflessione. La verità nel calcio suona sempre come una sorpresa e non dovrebbe.