Dolci della Domenica – Biscotti fatti in casa

La partita tra Pescara e Polistena scorre oramai via pigra, il risultato è pesante a sfavore della compagine di Reggio Calabria. S’illumina lo schermo del mio smartphone. C’è un messaggio molto breve. Recita: “hanno infornato il biscotto”. Nella Serie A, Lazio – Atalanta, sono impegnate nella loro partita. Non credo si riferisca quel messaggio, al pareggio al 94esimo degli orobici.

No. È la UEFA Futsal Champions League. La squadra ceca dello Plzen, vince per uno a zero. Gli avversari sono i russi del Tyumen. Il risultato tiene fino alla fine. Dopo il pareggio con i favoritissimi kazaki del Kairat, la sconfitta di misura con il Pesaro arriva questa vittoria. Inattesa, nei pronostici.

Gli eredi delle orde di Ghengis Khan (Khan vuol dire capo), sentono l’odore del dolcetto in forno. I kazaki possono solo vincere. Gli italiani hanno due risultati utili su tre. Basta non perdere. Il Pesaro gioca in casa, quasi. Pubblico amico, mascotte strategicamente posizionata dietro al porta. Cosa può andare storto?
Tutto il resto.

M’incuriosisco e scopro che Plzen è un città della Boemia occidentale. Non lontano da Praga e si gioca anche a futsal. La squadra vince campionati, anche se gli unici stranieri in squadra, sono tre slovacchi. Tenete a mente questa informazione, vi occorrerà più avanti. Nei pronostici della vigilia, dovevano essere la cenerentola del gruppo. [Luogo comune numero uno]. Candidati alla sicura eliminazione. Potrebbero però esserci in città, degli stimatissimi maestri pasticceri.

Nel girone ci sono anche i russi del Tyumen. Si presentano a questo Main Round con l’intenzione di passare il turno. In fondo, accedono all’Elite round tre squadre su quattro. C’è Il Plzen che arriva ultimo, giusto? No, sbagliato ma lo scopriranno dopo. Sei stranieri in squadra, tre brasiliani, un armeno e un serbo. No, non è l’inizio di una barzelletta che non fa ridere.

Il Kairat è costruito per arrivare in Final Four. È la sua ragione di esistere. Il suo campionato è un lunga sessione d’allenamento, funzionale all’accedere alla Champions. Non è interessato certo, a vincere la diciassettesima coppa nazionale. Le ultime otto vinte di fila. Due Coppe dei Campioni, 2013 e 2015. Arriva secondo nel 2019 e tre volte terzo, negli anni che non vedete indicati. Non è lì per caso. Sette stranieri. Quattro brasiliani, un brasiliano – rumeno e due kazaki verde oro.

Dall’unica affermazione italiana in Coppa dei Campioni, del Montesilvano, nel 2011, la squadra delle steppe non ha più mancato l’appuntamento con la Final Four. Di quelle magnifiche quattro squadre di dieci anni fa, solo una non esiste più. Kairat, Sporting, Benfica si battono ancora con alterne fortune per vincere la manifestazione UEFA. A loro s’è aggiunto il Barcellona, ha continuato a frequentare la manifestazione il Murcia, c’è stato un breve interregno dell’Inter Fútbol Sala.

La squadra italiana, arriva a questo turno, dichiara il suo presidente, per coltivare il sogno di arrivare alla Final Four in Aprile. Conscia, nelle parole di Pizza delle delusioni degli ultimi anni. Ma aggiunge: “Sono fiducioso, Colini è un maestro in materie come queste”.

Il Pesaro si presenta a questa manifestazione senza Borruto. L’argentino sconta tre giornate di squalifica. Seguite al convulso intervallo di gara due con l’ACCS in Francia, nella scorsa edizione della manifestazione. Qualche giocatore acciaccato e degli inciampi inattesi in campionato.
I marchigiani possono contare su sette stranieri arruolabili su otto. In totale il roster marchigiano, conta: tre brasiliani, quattro argentini, un paraguaiano.

Non bastano. Ad aver ragione nell’ultima gara proprio dei kazaki. Non sono d’aiuto, nemmeno un Higuita incerto sul secondo gol della squadra italiana, oppure l’appannamento generale per una compagine che arriva costantemente in fondo alla manifestazione. Quello del Pesaro è un gruppo di giocatori esperti, di sicuro talento. Sono bastati invece anche i due gol dell’indigenissimo Dauren Tursagulov. Marchio di un giocatore di classe mondiale.
Cresciuto lì, tra i pozzi del gas e la steppa sconfinata.

Ironia della sorte l’ACCS, che ha eliminato la squadra di Fulvio Colini lo scorso anno, retrocessa in seconda divisione francese per alcune irregolarità finanziare, accede all’Elite Round. Seconda in classifica, dietro ai detentori del titolo dello Sporting Lisbona. Due marocchini, quattro brasiliani e il trentaseienne portoghese Ricardinho assente giustificato, nel roster.

La UEFA Futsal Champions League, è una manifestazione profondamente diversa dal campionato italiano [luogo comune numero due]. Estremamente più fisica, giocata a ritmi più alti, molto intensa. Intensa da non confondere con fallosa. Nella quale due delle quattro squadre, giocano costantemente con il portiere nella metà campo avversaria. Situazioni di gioco costruite per orientare l’atteggiamento degli avversari. Soluzioni momentanee erette a sistema di gioco.

Questa manifestazione è davvero il pinnacolo di questa disciplina. Vi offre la meraviglia d’osservare questo gioco, nella sua massima espressione. Lasciando sbalordito anche lo spettatore occasionale. La Champions, non inizia però davvero fino ad Aprile, con la Final Four. Non perdetela.

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