Alla prima c’è chi ha già indosso il vestito bello, sperando che poi non si rovini ad usarlo così tanto. C’è chi scivola, chi inciampa e chi cade letteralmente di faccia facendosi lo sgambetto da solo. L84 partita a fari accesi per affrontare una grande stagione ma schiera Josiko in posizione irregolare. Partita vinta ma persa a tavolino.
Non è un caso isolato, ne accadono decine a tutti i livelli. Alcuni sono più raffinati, come il tentativo di “lavare” le squalifiche schierando altrove i giocatori, altri sono distrazioni, in alcune c’è inettitudine. Una letta ai comunicati si può anche dare, c’è il sito della divisione per quello. Non solo, c’è anche chi li ri-posta.
L’antico detto: “la prima porzione va ai bimbi e agli anziani”, potrebbe essere il mantra per una prima giornata di campionato che vedrà la seconda disputarsi solo tra quasi un mese. Di mezzo, il main round per l’europeo. Una prova generale, che vale tre punti.
A mezzogiorno e mezzo, c’è Pescara – Bitonto. Tre a tre. Ci siamo tutti fatti raccontare i gol, martedì caricano il VOD sul portale Futsaltv, non c’è bisogno d’essere parrucchieri per vedere una registrazione. Le pugliesi esordiscono con un punto nella rincorso all’ottavo posto. Tutti vogliono arrivare ottavi, settimi no? Sesti?
Due gol di Taina Santos. Doppietta all’esordio con la nuova maglia. Quel giocatore che si ricorda com’è fatta la porta anche quando la porta non c’è. Gol che fanno comodo a tutti, quelli della brasiliana ma che si godrà il suo allenatore Santos. Santos, come il pallone quello rosso dell’infanzia di tanti.
In viaggio verso Falconara. Senza lavori e senza traffico s’arriva in un’ora e mezza d’asfalto drenante e pioggia. Il Presidente Bramucci, mette a segno il vero colpo dell’anno nel femminile. Fuori dal palazzetto già due ore prima della partita c’è il camioncino dello street food, birre alla spina comprese.
Tabellone led all’interno, per il video della campagna “Liberi di”, promossa proprio dalla società marchigiana. “Devo entrare con la mascherina?”, le domande e i dubbi sono importanti. Le lezioni di fotografia pre-partita e la reflex che però di solito si usa per i video, la Canon 6D.
“Secondo te devo portare la mascherina?”, fa capolino Capitan Luciani. I dubbi di un campionato che riparte così, con il covid che aleggia ancora minaccioso intorno a tutti noi.
“No dai, sei altissima mettiti più avanti”. Sorrido. “Dai, l’hai vista come è alta”, la voce è calda come le spiagge della Costa del Sol. Il tunnel del Falconara è un luogo, non luogo, meraviglioso.
Dal fischio d’inizio alla fine dell’incontro passano nove minuti e cinquanta secondi. Un tre a zero confezionato da una doppietta di Fifò e il gol in apertura di Marta. Il Falconara ne mette a segno nove alla fine. Tripletta di Fifò, doppietta di Janice. Se qualcuno pensava che le portoghesi dovessero ambientarsi la risposta è: no. Forse alla vita lontano da casa.
Janice e Fifò mi colpiscono non tanto per la tecnica, sopraffina. Quanto per la capacità d’occupare lo spazio in campo in funzione della posizione del pallone. In fase difensiva influenzano le scelte di passaggio avversarie, in fase offensiva ne determinano la riuscita. Janice è uno di quel pivot non dal fisico statuario che conservano intatta la capacità di giocare spalle alla porta. Distribuisce il gioco con una velocità incredibile. Fifò ha l’intelligenza tattica e istintuale per trovare lo spazio per concludere a rete.
Rafa impreca, si danna, fa segnare le compagne. Quando però si tratta della sua conclusione a rete, la porta sembra stregata. La palla s’insacca dopo l’ennesima respinta del portiere. Un “vaffa” liberatorio, quello del pivot della nazionale italiana. Perché ammettiamolo, l’insulto in italiano ha una rotondità e dona una soddisfazione che è ineguagliata. Shit suona quasi come chic, davvero.
Silvia Praticò, gioca tanto. Esordio in Serie A. Tra l’emozione iniziale, le indicazioni di tecnico e compagne. Ci sono tante indicazioni da processare. Tutto accade più in fretta, adattarsi alla velocità è la vera sfida. Silvia a guardarla giocare con i capelli raccolti in quel modo, non somiglia affatto alla studentessa di medicina di fine partita.
Clark Kent è anche Superman. Silvia non ha una cabina telefonica per cambiarsi ma uno spogliatoio.
Ieri è nato il Marzuolismo. A pensarci bene però esiste già da un po’ ed è il fondamento sul quale si regge quella panchina d’argento (d’oro) di allenatore dell’anno, consegnata al tecnico abruzzese. Nella bassa padana, nel ricco nord est, pronti via e il Granzette di Marzuoli, sfodera una esecuzione degna dell’abilità del suo pianista.
Cinque gol, subito doppietta del sempreverde bomber Rocha. Orchestrate da Iturriaga, la squadra dotata di grande esperienza macina gioco e risultato. “Chi ben comincia”, direbbero gli anziani sugli spalti. Sempre pronti a dispensare memorie e tradizione. Marzuoli, valore aggiunto, di un gruppo di veterane, omogeneo e solido.
In un campionato con i playoff, arrivare prima o quarta fa poca differenza. Si acquisisce comunque il diritto di giocare la prima e la terza partita eventuale, in casa. Cambia l’avversario, ma se l’obiettivo è vincere lo scudetto, devi battere tutti comunque. Dopo questa ignobile ma inevitabile sequenza di banalità e luoghi comuni, le prime vere valutazioni si faranno a gennaio.
Un caffè corretto lunghissimo, in buona compagnia e vi siete mangiate mezzo bar per fortuna che siete atlete e bruciate tante calorie. Piove, le nuvole sono basse. Il mio tempo meteorologico preferito.