Per un pugno

Argentina – Portogallo. Lituania 2021.
Primo tempo della finale della Coppa del Mondo.  Ricardo Filipe da Silva Braga, riceve la palla sulla banda laterale. Si sposta il pallone e si gira provando a risalire la fascia laterale. Borruto sale per coprire la posizione dell’avversario.
Siamo nella metà campo difensiva dei lusitani.

Il numero nove argentino, scagli un pugno al ventre di Richardiho. Un gesto insensato, nella partita più importante. La finale di un mondiale. Non è certo una novità, il gesto insensato del campione. La testata di Zidane a Materazzi, resterà per sempre una macchia sulla carriera straordinaria di un campione come il francese. È stata anche additata dall’Equipe come una delle ragioni per quella sconfitta in finale.

Esiste però, almeno in Italia, una realtà alternativa. Tanto cara in politica ai sovranisti come Steve Bannon, o a quelli: aglio, olio e peperoncino nostrani. In questa realtà ucronica, la mano di Borruto si chiude a pugno, nel suo tentativo di impedire la frattura delle sue dita all’impatto con i minacciosi addominali del portoghese.
Un gesto definito veniale, proprio su una delle pagine di calcio a 5 “de Noantri”.

In quella parte di mondo digitale che il calcetto a cinque ignora, però qualcuno si ricorda di essere stato nella parte di Ricardinho. Nella poco invidiabile posizione di sacco da pugilato. Così asserisce in un tweet, Gabriel Lima. Non credo nessuno voglia dubitare della parola di un giocatore che è stato anche capitano della Nazionale Italiana.

Nessuno vuole neppure gettare la croce addosso ad un ragazzo come Borruto che può sbagliare, come accade a tutti. Quello che è davvero irritante è il benaltrismo che applichiamo a quelli che ci sono simpatici e neghiamo a tutti gli altri.
Pratica quella del benaltrismo che ci fa dire: “Si, Borruto ha sbagliato, ma c’era il rigore per l’Argentina”. Come se gli eventi fossero in qualche modo collegati.

Come se una volta sorpresi a rubare, bastasse dire: “ma rubano tutti” per vedersi derubricato il reato. No, non funziona così. Per ogni traguardo raggiunto in carriera da Zidane, dal pallone d’oro, alle Coppe dei Campioni, ai successi da allenatore, resterà per sempre quella macchia. La testata a Materazzi e “noi” che alziamo la Coppa del Mondo.
 

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