Esattamente quarantotto ore prima dell’uscita ufficiale di FIFA22, quello che è stato sempre il suo maggior competitor, lanciava il suo guanto di sfida.
PES diventa eFootball, è disponibile gratutitamente e rivoluzionerà il genere. Cambiandolo per sempre. Almeno questa era la narrativa di Konami.
Gratis “l’altro gioco di calcio”, quando FIFA 22 costa almeno ottanta euro è una esca sulla quale cadrebbero anche i videogiocatori più cinici. Alessandro m’avverte che è disponibile al download, mentre lui acquista la sua copia di FIFA.
Sono abituato al modello di business del “free to play”, nel mio genere preferito, i massive multiplayer online game, è molto diffiso. Fornite è così, anche se poi c’è chi ci spende soldi veri per comprare oggetti del tutto vanesi.
Quando ho avviato eFootball non m’aspettavo fosse, vuoto. Un manciata di squadre a cui giocare, partite casuali. Una modestissima componente online multiplayer e poi il nulla. NIente campionato master, nessun editor per le squadre. Solo le balle di paglia che rotolano al vento.
Lancio una partita. Juventus – River Plate. Da giocatore di FIFA adattarsi a questo eFootball non è facile. In effetti gioco malissimo. Mi soffermo però ad osservare le animazioni dei giocatori, il livello di dettaglio. Semplicemente orrendi se proposti su una console di ultima generazione. Non era necessaria la mia PS5, bastava un tostapane.
La tragedia non si è ancora palesata. Arriva il gol del River. Mio errore in disimpegno, in area.
Il River corre per intero nella rete, proprio nella porta per festeggiare. Lì resta incastrato, per almeno un paio di minuti. I giocatori sembrano pesci impigliati nella rete.
Posso accettare il tentativo di usare come esca, la parola free to play.
Questo, no. Inaccettabile anche per un gioco gratuito che poi in realtà, mi chiede i soldi, se voglio il resto. Come se mi offrisse gratis una sbirciatina a boccale di birra, poi però devo pagare per ogni singolo sorso.
Mi tengo il vecchio PES e FIFA ha vinto, quest’anno senza nemmeno che ci fosse una gara.