Lauria è Scudetto

Ho passato l’intera stagione a raccontare questo campionato manageriale di eSport, come se fossero delle partite vere. L’ho fatto per dimostrare che il lavoro del cronista sportivo ormai è un semplice assemblaggio di luoghi comuni, così scontati da poter essere applicati a qualsiasi evento sportivo, anche digitale.

Scelgo però di raccontarvi questa serata di sport digitale, scegliendo un registro diverso. Non leggo la cronaca in un giornale sportivo ormai da anni, nelle versioni digitali non esistono quasi più. Scrivo per creare qualcosa che vorrei leggere se non l’avessi realizzata io.

Il Trieste che ho ereditato a metà stagione ha qualche problema tattico e tecnico. Famà in porta, come nella versione originale, alterna grandi prestazioni a errori clamorosi. Marta non è il laterale adatto a Volta e nemmeno Taninha. Quando ho scelto come schema 1-1-2, l’ho fatto per ottimizzare quello che avevo. Per questa serie finale affronto Marco (Ciampaglia ndr). Lui ha Oselame in porta, nessun’altro punto debole. Si trova a Roma, quartiere San Lorenzo e sfoggia i suoi occhiali da hangover.

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Perdo, l’unico errore del mio estremo difensore mi è fatale. Lui trova una Amparo che tra dribbling ubriacanti e sforbiciate al limite dell’area lo trascina in semifinale e poi ad un passo dalla finale scudetto. “Se devo uscire, che almeno vinca Patrizia (Lauria ndr)”. Perchè la sua è la storia più bella.

Due stagioni passati in fondo alla classifica, Sconfitte pesanti e la difficoltà nel trovare una soluzione. Perdere non è mai bello, nessuno vuole imparare a perdere a parte credo gli sfigati perdenti. Una manciata di vittorie in due stagioni. Davvero pensate che sia divertente?

Patrizia affronta il Pisa di Antonio (Carbotti, con la A, ndr). Pisa sorpresa di questi playoff visto l’organico a disposizione. Sconfitta per Antonio senza demeritare davvero. “Se il Firenze oggi gioca così, Patrizia non va lontana”. Il Pisa esce a testa altissima dalla competizione, come scriverebbero i cronisti, quelli veri.

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Nella semifinale, Patrizia va sotto due a zero, nel primo tempo. Marco sempre in controllo, sembra sul punto di fare il terzo ad ogni istante. Due gol di Manieri, sempre lei, possono bastare. Patrizia accorcia ad inizio ripresa. “Ora Marco scende e fa il terzo”, ho pensato. Arriva invece il pareggio. Leo (Leonardo Gallo ndr) sulla chat pronostica un supplementare e i rigori. Nona sale in cattedra e trascina prima ai supplementari e poi in Finale scudetto Patrizia. Il gol della vittoria arriva nei supplementari. Tre a due.

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Alessandro (Dragone ndr) con il suo Torino, è il netto favorito. Nelle due passate edizioni, ha vinto sempre la squadra che è arrivata direttamente in finale. Inverte il suo centrale difensivo con il suo pivot. Tres Villa in avanti, Matijevic in difesa. La tattica ha pagato spesso durante la stagione regolare.

Vince di misura, la prima. Patrizia non può affidarsi solo a Nona. La sua squadra però è costruita per giocare 1-2-1. Dibiase, Nicoletti, Nona a sinistra e Marcon a destra a piedi invertiti. Davanti Giuliano. Gara due. Nessuno cambia formazione. Questa volta Patrizia supera d’autorità l’avversario. A suonare la carica è proprio il suo capitano, Susanna Nicoletti. “Non succede”, penso. “Ma se succede…”, un pensiero che resta li sospeso sopra alla mia tastiera.

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Gara Tre.
La chat è al minimo storico. Nessuno scrive. La tensione c’è, chi lo nega non ha mai voluto vincere abbastanza. Se vince Alessandro, quella sua è la rincorsa dell’anno. Partito senza il favore del pronostico, con una zampata finale e un filotto impressionante di vittorie s’è preso la finale. Se vince Patrizia. Il delirio. Due stagioni come unica donna della lega e se pensate che sia facile, non lo è. Due stagioni a perdere senza perdersi.

Alessandro cambia formazione ancora. Matijevic torna in attacco, Tres Villa a fare il cenrale difensivo. Non ricordo quante volte ho cercato di mettere lo sgambetto a Maite (gioca nel Torino di Alessandro ndr) oppure a spazzare l’area del Firenze. Partita inchiodata sullo zero a zero. Ogni azione può essere quella decisiva.

Supplementari. “Se arrivano ai rigori, li può succedere di tutto, li odio ma fanno parte del gioco”. Trentasei secondi sul cronometro. Giulianooooooooooooo. Credo che la palla si sia infilata a fil di palo. Non ne sono sicurissimo.

Gli ultimi secondi passano troppo lenti. Patrizia è Campione di Lega. Della SuperLega. Vince il suo primo scudetto, che vola in Basilicata. In un paesino che si chiama come il suo cognome. Grazie. Perchè anche Alessandro deve ammeterlo, ci sono storie più belle di altre.
Sono così felice per lei che sbagli a fare la grafica, se ne accorge prontamente proprio il suo avversario in finale.

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Alla fine, come non si fa ad essere felici per Patrizia? Chi non vorrebbe una storia sportiva come la sua? Per averla però, dovete resistere, non mollare mai e crederci. Ricordandovi che per quanto sia strano, inusuale, non siete mai soli. Anche se avete l’impressione di esserlo.

[NOTA]
Sedici giocatori, oltre quaranta ore di diretta, ventisei giornate. Questi alcuni dei numeri che raccontano di una piccola community, che è rimasta coesa anche quando abbiamo cambiato casa e perso dei pezzi. Queste emozioni sono possibili, perché ad animare questo mondo digitale ci sono delle persone, spesso lo dimentichiamo. Nicola, Cristina, Alessandro (Evangelisti), Gianclaudio, Marco (Calegari), Alan e Andrea. Senza di voi, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. Ora preparatevi al Draft.
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