Alter Ego

Una domenica notte, di quelle che scorrono veloci perché la partita delle 22 (italiane) della NFL è un vero spettacolo. Il risultato ancora in bilico, tanto che le continue interruzioni pubblicitarie, non mi infastidiscono più di tanto.

Non le seguo attraverso DAZN, piuttosto direttamente dal canale statunitense che le trasmette. I “commercials” quindi hanno come obiettivo il mercato americano. In uno di questi, mi comunicano che su FOX, non la pagina Facebook delle dirette strampalate, andrà in onda la seconda puntata di Alter Ego.

Un programma nel quale i cantanti sul palco, sono completamente digitali. Animati in tempo reale da cantanti emergenti. Un nuovo format.
Potrei scomodare William Gibson e il suo romanzo Aidoru, 1996, nel quale si narrava di un futuro nel quale gli IDOL sono entità completamente digitali. Potrei spiegarvi chi è Hatsune Miku, cosa sono i Metahuman. La prima riempie gli stadi e non esiste davvero, i secondi li avete visti in decine di film ma non ve ne siete mai accorti.

Nello sport abbiamo i MarcaToons, il cartone satirico del giornale sportivo madrileno Marca. In Italia gli Autogol hanno tentato qualcosa di simile. Nel futsal siamo fermi alle interviste con il telefonino sul muro bianco che mi ricordano più le foto segnaletiche e i docucrime di Netflix. A proposito, ho guardato la docu serie Vendetta. Ve la consiglio, c’è la Sicilia, inevitabilmente la mafia, una tv sgangherata che fa comunicazione e ovviamente il mondo, pieno di mille sfumature di grigio.

Avete visto qualche primo esperimento su questo nuovo strumento per raccontare, sul profilo Instagram di Linea Laterale. Per animare i MetaHuman è necessario padroneggiare al minimo sindacale l’Unreal Engine, possedere almeno un Iphone 11 (ho il 13) e una buona conoscenza di motion capture.

Nel lontano 2011, quando ogni maledetta domenica aveva solo il dominio in inglese e gli unici contenuti erano articoli fittizi su football americano di college, producevo questo.
Rudimentale, animato completamente a mano. Le voci robotiche. Le AI lontane dall’essere uno strumento creativo. Cringe, prima che esistesse il lemma.

Perché utilizzare quella tecnologia invece della mia faccia? Risposta: “perché posso”. Argomentando meglio posso aggiungere che è un mezzo più agile, permette di trasmettere una immagine migliore della mia. Elimina il body shaming, nessuno ascoltando un metahuman pensa “che faccia di cazzo, ha i brufoli, il naso storto, la bocca larga”. Si ottiene l’effetto di concentrare l’attenzione sul messaggio.

Allo stesso modo Alter Ego, ad un livello meno conscio trasferisce il concetto all’ascoltatore che l’aspetto del cantante è secondario alla sua musica, alla sua voce. La sua capacità di trasmettere emozione diventa centrale. Non c’è più la cantante “figa” o quella “cessa”. Sono tutti belli e particolari allo stesso tempo.

“Si, ma questo è il calcetto”, la sento anche io la voce greve, la cadenza strascicata. Aggiungere poi: “La ggente vuole altro”. Falso. La “ggente” consuma quello che gli viene fornito. Se è un prodotto scadente ma è l’unico, leggerà o guarderà quello. Semplicemente perché non ha alternative.

Chi racconta, badate bene RACCONTA, uno sport minore dovrebbe essere creativo. Negli strumenti, quanto nelle scelte narrative. Perché l’unico modo di diventare rilevanti, se si è ignorati è essere i PRIMI. A microfonare gli allenatori (fatto), a raccontare i giocatori fuori dal campo (fatto), a farlo con i cartoni animati, con gli esport e con qualsiasi altro strumento dovesse diventare accessibile. Perché il calcio per decenni s’è rifiutato di portare le telecamere negli spogliatori, di raccontare le stagioni per quello che sono? Tra Sunderland till I die (calcio) di  Amazon e Hard Knock (nfl) di HBO ci sono 10 anni di differenza a favore del secondo.

Non hanno avuto bisogno di cercare nuovi linguaggi fino a quando non hanno iniziato a perdere spettatori e quindi soldi. Ricordate i “Buffa racconta”? ESPN fa i 30 for 30 da 15 anni.
Quindi?
Il futsal che di spettatori non ne ha, perché i 100 che guardano le dirette con gli omini piccoli solo per essere salutati dal commentatore di turno, non contano. Dovrebbe tentare nuove strade, esplorare, sbagliare, tentare ancora.

Il futsal è già irrilevante, a chi vuoi che importi se il prodotto non ha successo? Allo sponsor 4 a 1? Le idee, nuove, mi rendo conto che fanno paura, a chi non le comprende.

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