Caffè Corretto – La macchina del fumo

Ore 18.00, Domenica. C’è il derby della Capitale, quello tra la Roma di Mourinho e la Lazio di Sarri. Voi siete però davvero degli appassionati di futsal hardcore, di quelli “best sport on earth” e allora sono sicuro che tra un triangolare amichevole femminile e il quarto di finale mondiale tra Argentina e Russia la maschile, preferite guardare un incontro che non vale letteralmente nulla.

Non c’è macchina del fumo, tra l’altro per essere efficace andrebbe accesa prima, molto prima, capace di nascondere alla vista la realtà. Una disciplina che non considera, il contesto d’offerta sportiva, all’interno della quale inevitabilmente si muove, non ha nessuna lungimiranza.

Non importa quanti lustrini ci siano nell’aria, quanto alto sia il volume della musica all’interno dell’impianto. Per quanto chiasso possano fare amici e parenti, al momento il pubblico del futsal resta confinato all’interno di un gruppo demografico. Familiari, addetti ai lavori, giocatori non impegnati sul campo.

Ero presente, per osservare Janice con la maglia del Falconara. I giocatori vanno seguiti dal vivo, quando non hanno il pallone. Dovevo scegliere tra una ripresa in streaming dell’evento nella quale non distinguevo nemmeno i giocatori oppure la diretta pirata del mondiale di futsal. Ho scelto ovviamente la seconda. Senza dimenticare il derby, quello vero, l’unico legittimo, o quasi. Spettacolo multiplo, schermi, multipli.

Credo però di aver bisogno  di uno schermo più grande, ha ragione Samsung. Non per il prezzo del nuovo Z Fold, con gli stessi euro compro un notebook da gaming. Malissimo. Prendo qualche appunto sul tablet, qualche scatto di colore, del tipo Paris Match. Rivista patinata francese, specializzata in gossip. Non posso sempre citare Alfonso Signorini. Le riviste da parrucchiere sono diffuse in tutto il modo, cosa credete.

Arrivo in tempo per dare una occhiata da vicino a Silvia Praticò. Vorrei vederla giocare non contro una squadra di A2 che disputa anche il campionato under diciannove. Quella che però, vale la corsa dal campo di Serie C al Pala Roma, è Anthea Polloni. Ora ricorderò il nome con facilità. Perché conoscono già una Anthea, che giocava anche a football americano, che scrive meglio di quello che crede. E’ tra l’altro, uno dei nomi che uso per i miei personaggi nei videogames.


“She can play.” Può giocare, non perché lo scrivo io. Lo dice il campo, lo grida la sua età anagrafica. Sarà poi libera, come tutti, di fare qualsiasi cosa con il suo talento, anche ignorarlo. Se vi fermate a guardare una partita nella quale è impegnata, diventa difficile non notarla. Quindi, c’è ancora del talento italiano in giro. Poco probabilmente, ma c’è. Quello di Anthea.

Attendo almeno l’inizio del triangolare delle “grandi”. Mancano una decina di giorni dall’inizio della stagione. Rifletto. Se prendi cinque gol, contro una diretta concorrente alla salvezza, probabilmente hai un problema. Nessuno ti chiede quale, ma c’è. Alla prima di campionato vai in trasferta contro una delle due corazzate di questa stagione al femminile. Come pensi d’affrontare quell’incontro, alla luce di questo risultato?
Le domande. Le risposte.

Le amichevoli, che tra i professionisti, dopo le folli tournee promozionali, sono tornate ad essere l’occasione per impegnare le seconde linee. In molti paesi nemmeno si disputano. Da noi, diventano addirittura centrali, nella narrazione sportiva.

Risolini e luoghi comuni a parte, s’approssima sempre troppo lentamente il momento del fischio d’inizio ufficiale. Che spero si porti via il “cringe” del “dimmi senza dirmelo” che è insopportabile come una conferenza stampa di Antonio Conte. Cancellerà anche l’aria da festa di compleanno che pervade la preparazione alla stagione. La classifica, metterà finalmente in fila le squadre, togliendo dalla competizione l’aria deamicisiana che inizia ad ammorbare.

Quasi dimenticavo. Qualcuno ha letto il regolamento, multe comprese, per le partite in diretta nella “Cosa Arena”? Emilia Romagna Arena è lunghissimo come nome. Mah. Scusate divagavo. C’è il terzo tempo, obbligatorio, molto spontaneo quindi. Per questa stagione, ho un piccolo desiderio che spero di veder realizzato.

Italservice Pesaro – Sandro Abate. In diretta Sky. Angelini in versione Lou Ferrigno che si strappa di nuovo la camicia e poi con un Colini furioso, condivide lo stesso spazio per il terzo tempo. Potrebbe essere un momento memorabile, anche di sport.

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