Siete voi genitori, la disgrazia.

C’è questo mito, diffuso tra i boomer, del “non si gioca più per strada”. Talvolta questa enorme menzogna, diventa tanto rumorosa da tracimare fino ai media tradizionali. Gestiti da altri boomer nella maggior parte dei casi.

Nelle ultime settimana, nel tardo pomeriggio, a piedi o in macchina ho deciso di fare un giro dei parchi, dei campetti, del lungomare, della pineta dannunziana, per scoprire se è davvero vero che i ragazzi non giocano più a pallone per strada.

C’è stato una lunghissima parentesi temporale, punteggiata dal grido lamentoso: “non ci sono spazi per fare sport, i ragazzi devono giocare per strada”. Vero. In Italia per molti anni, l’edilizia sportiva non è stata tra le priorità delle amministrazioni locali e nemmeno di quelle nazionali.

Sono poi arrivati i centri sportivi privati, le scuole calcio anche d’elite. S’è strutturato un mercato per offrire ai ragazzi che volevano fare sport, uno spazio sicuro nel quale i genitori potessero anche parcheggiare i loro figli. S’è data una educazione motoria a intere generazioni. In quanto strutturata, istituzionalizzata questa educazione è diventata generica. Ha perso quell’elemento di caos e aggressività che spesso accompagnava il gioco in strada.

Si sono svuotati quindi gli spazi d’aggregazione occasionali. Che resistono, tuttora. A danneggiarli davvero, a limitare la libertà, la crescita di questi ragazzini è arrivata la vera disgrazia di questa epoca. Il genitore impegnato e coinvolto.

Parco pubblico. Capeggia il cartello. Vietato giocare con il pallone. Proprio davanti ad una rete, di quelle che si usano per raccogliere le olive, stesa tra due alberi. Il campo è una spelacchiata porzione di prato. Nel mezzo capeggia una collinetta. Penso subito ai campi di Holly e Benji. Mi fermo a guardarli. Sono la prova, che si gioca ancora, a caso, ovunque.

Dopo qualche istante, arriva, lui. “Fate giocare lui?”, indica il figlio con la testa più piccola del pallone. “Io arbitro”. A quelle parole, dovevo andare via. Sapevo d’istinto che quello è la peggiore genia genitoriale. Avrei voluto urlare, “cosa cazzo devi arbitrare che c’è un dosso in mezzo al campo le porte so’ a caso e non c’è fallo laterale”.

Ricordo che le mie di partite per strada erano regolate da alcune condizioni. Non è fallo se non cadi e non esce il sangue. La traversa è ad una altezza condizionata dal portiere, i falli laterali esistono solo se la palla finisce troppo lontano dall’area di gioco.

Resto, perché la sofferenza deve essere confermata. Arriva anche di peggio. Il genitore impegnato, dispensa anche consigli tattici. “Tornate in difesa”, “state larghi”, poi si concentra sul suo di bimbo, dopo pochi istanti è chiaramente il più scarso tra i contendenti. Si muove letteralmente al suo fianco, calciando con disinvoltura il pallone quando arriva dalle parti del suo pargolo.

Fischia anche qualche fallo. Arriva l’immediata risposta degli altri ragazzini: “ma che fallo è”, ovviamente commesso a suo dire, indovinate su quale giocatore? Non è un mistero che ritengo la figura dell’arbitro per quanto necessaria negli eventi agonistici e competitivi, anche la scusa perfetta alla quale attribuire ogni fallimento e sconfitta.

I ragazzi non dovrebbero imparare da soli a gestire, alcune situazioni. Il gioco non è l’attività ideale per sviluppare, raffinare e accrescere alcune abilità, fisiche e psicologiche? Cosa cazzo (lo so è la seconda volta che ricorro la turpiloquio) ci fai qui, rovini il divertimento di tutti.

Ricorda spesso Ibrahimovic che parte della sua abilità nel saltare l’uomo, deriva dalle infinite partite nel campetto di cemento tra le case popolari di Malmoe. Quando uomini fatti cercavano di spezzare, letteralmente, la gamba a questo ragazzino tutto ossa che li saltava in dribbling. Il controllo del pallone s’è affinato sulle superfici irregolari, tra fossi e crepe.

Nel fallimento, nelle condizioni peggiori si sviluppano alcune attitudini possibili solo se si sperimenta la sconfitta. Non sono i ragazzini ad essere cambiati, siete voi ad averli rovinati.

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