Cambiare il modo di raccontare

Il calcio, il futsal, insomma lo sport. Stiamo assistendo, da spettatori o da attori, ad una svolta epocale per la televisione, per il racconto sportivo per immagini. Molto simile a quella che ha visto i giornali cartacei, travolti dal digitale.

Costretti a reinventare un modello di business, sommersi da un ciclo di notizie che non poteva più essere regolato dalla valvola oraria delle rotative. Altri media emergevano e solcavano un ciclo continuo di notizie, giornalisti e i pubblicisti annaspavano e annaspano impreparati a cavalcare una rivoluzione, che sembra in moto continuo e perpetuo.

Quando Roger Ailes, arrivò nel 1996 a Fox, per avviare la divisione News, aveva già fatto eleggere un presidente: Richard Nixon, ne avrebbe fatto eleggere un secondo Donald Trump. Che c’entra quest’uomo con lo sport. Segnatevi quel nome. Lui ha letteralmente inventato l’infotainment. Ha mescolato informazione e intrattenimento.

Biscardi, il processo del lunedì e tutti i suoi figliocci. I Pomeriggio 5, con gli ospiti politici che pregano e quelli che scappano in lacrime. Maria Carmela D’Urso, Barbara, è una invenzione già vista, un copia e incolla di un format che funziona da metà anni ottanta.


All’improvviso però questa macchina perfetta, per tenere incollato lo spettatore allo schermo, ha dovuto raggiungere livelli sempre più estremi di controversia. Nel marasma del luogo comune, tutto sembra assomigliarsi, tutto miseramente identico a se stesso. Sebbene l’aspetto liturgico possa essere importante, non basta.

Quando le notizie giungevano alle 13 e alle 20, due volte ogni 24 ore, era più difficile notare il rimbombare sempre delle stesse parole. Per le notizie sportive, collocate in uno spazio ristretto al termine del treno d’informazioni, questo aspetto era più difficile da cogliere.

In questo instante, se consultate alcuni dei contenitori di notizie sul futsal e li affiancate, hanno gli stessi identici contenuti. Spesso per la medesima notizia, anche la stessa foto di copertina. In taluni casi si ripete questa immagine anche per notizie diverse ma della stessa squadra. Se arriva un portiere: “s’abbassa la saracinesca”, che importa se poi subisce 80 gol in stagione? “La porta si chiude a doppia o tripla mandata”. Ora è tempo d’amichevoli, si sprecheranno gli “ottovolanti”, perché c’è chi è giostraio nell’animo e nella scrittura.

Esiste un diverso approccio al racconto sportivo? Ovviamente si. Anche uno che possa essere “nazional popolare”. Perché è facile raccontarvi ora che i “Buffa Racconta”, esistono da 20 anni oltre oceano. 30 for 30. Trenta minuti, trenta storie, di sport. Le prime affidati a grandi registi appassionati di sport. 2007, ESPN. Circa 150 episodi dopo e con una decina d’anni di ritardo qualcuno ha proposto questo format in Italia. Il successo era prevedibile.

C’è questa frase che nel futsal m’è capitato d’ascoltare spesso: “le squadre vogliono l’articolo scritto in un certo modo”. Fino a quando saranno le squadre, con il loro denaro, ad indirizzare la narrativa del futsal. Il racconto sportivo del futsal, resterà soporifero al limite del letargico. Avremo l’allenatore che ci racconta che s’aspetta un campionato come quello della passata stagione.

Peccato che fosse in A2, che almeno nel femminile è una Serie C ma con le trasferte più lunghe. S l’anno precedente ha perso tutte le amichevoli ma è stato promosso, ai playoff, cosa gli fa pensare che quest’anno non sarà una lotta tutta lacrime e sangue? Perché chi dice di occuparsi di comunicazioni, per una volta non rivolge una domanda vera? Una diversa dal “ti trovi bene in questa squadra” che comporta la risposta “Ho sposato il progetto di questa città” anche se non sapeva dove si trovasse esattamente.

Basta questa volta guardare, sull’altra sponda del Mediterraneo. Per respirare questa nuova narrativa, Più esattamente in Spagna.
Iban Llanos. Segnatevi questo nome.
Ha un canale Twitch, è partito giocando a League of Legends, FIFA e Among Us. Incrocia il Kun Agüero, che ha anche un team di eSport KRÜ. Si consolida l’amicizia tra i due.
Negli ultimi mesi Iban sbarca nel calcio reale. Trasmette in diretta la Coppa America, vinta dall’Argentina. Legalmente, niente scam. Segue l’arrivo di Messi al PSG. Tutto grazie all’appoggio di Kosmos, la media company di Gerard Piqué. Reimes-PSG è la prima partita in assoluto trasmessa su Twitch di un grande campionato europeo. Perché i diritti della Ligue 1, sono stati venduti così.

Iban Llanos è stato anche l’unico, spagnolo, ad avere una intervista esclusiva con Lionel Messi. Cinque minuti prima dell’esordio con la nuova maglia, al giocatore più forte del mondo in uno dei momenti più significativi del calcio negli ultimi 10 anni. “Mi hanno preso in giro in molti, dicono che ho mangiato tutto il catering. Secondo te ho mangiato troppo?”, questa la sua domanda. Iban ricorda a tutti che lui non è un giornalista. Questa domanda improponibile anche solo nei pensieri dei giornalisti tradizionali, rivela una nuova frontiera della comunicazione sportiva. Llanos era stato alla cena di addio al Barcellona di Messi, portato e invitato dal Kun. Quelle poche parole hanno rivelato ai 317mila spettatori in diretta su Twitch, una connessione privilegiata, diversa, più intima.

Una domanda che non riguarda l’intervistato, ma l’intervistatore. Un nuovo livello di conversazione, al quale la comunicazione ingessata non può accedere perché se lo facesse, risulterebbe comica ai confini della tragedia. Questo ragazzo nel suo genere è un gigante della comunicazione. Capace di percorrere in senso inverso la strada che alcuni media tradizionali ora provano a percorrere. E’ tracimato sui media tradizionali.

Il futsal italiano, dovrebbe provare a percorrere questa strada. Abbandonando le interviste inginocchiate, quelle piene di risatine a fine partita e quelle nelle quali l’audio sembra registrato in uno sciacquone giapponese.

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