Al Campetto

Trovare questo campo che è letteralmente a due passi da casa è un’impresa, vera.
Siamo italiani, abituati a dare indicazioni senza assegnare un nome alle strade. Un luogo non si trova in via Parco delle Vittorie 1. Piuttosto è collocato dietro al supermercato Oasi, di fianco al nuovo Maury’s.

Finisce così che per arrivarci senza navigatore fai il giro dell’asino di Don Abbondio. Sui quel campetto giocheranno a basket, ci proveranno almeno. In una domenica che sembra ancora carica d’estate ma è già sente il peso dell’autunno, della frenesia del fare.

Incastrato tra il muro di cemento che sorregge il tracciato ferroviario e le case basse, quei villini mono piano che qui trovi in quelle zone che si sono rifiutate di arrenderci all’idea di città verticale. C’è un parco che dovrebbero aver ristrutturato, se per ristrutturazione s’intende una mano di vernice al campo e ai tabelloni. Grazie sindaco, un lavoro che sicuramente ha richiesto tutti e sei i mesi di chiusura.

Passasse anche ogni tanto qualcuno a pulire, a togliere l’immondizia che affolla i due cassonetti, forse, forse ne gioverebbe il decoro del luogo. Nel quale si sono dati appuntamenti per un torneo, di una sola mattina, un po’ di ragazzi e anche meno ragazzi.

Evento di reclutamento per la locale squadra di Football Americano, i Pescara Speck. Si, un torneo di basket per reclutare giocatori di football americano. Gli appassionati di questi sport sono così, s’avvolgono di follia e inseguono le gesta di sport estremamente mirabili nella loro capacità di raccontarsi a tutti. Anche a quelli con il fisico da conversatore da bancone del bar.

Per me è l’occasione di provare a registrare dei video in 4k, provare il gimbal motorizzato per la reflex e ritrovare facce nuove e facce meno nuove. C’è Marc, ci sono anche le sue bimbe. Sono cresciute tantissimo, c’è perfino un cane in più che non ricordavo di aver visto. I bambini che crescono solo il più corretto indicatore del tempo che passa. A loro ricordo di aver fatto le prime foto a una partita di football americano, a Roma.

L’happening con la palla a spicchi è l’occasione per ritrovarsi, conoscersi e bere una birretta gelata. Scoprire che dallo zio di Andrea Marino posso comprare ghiaccio per uso alimentare è un plus inaspettato. Qualcuno ha vinto, ve lo posso assicurare, c’era anche una certa verve in campo. Il livello della competizione era calcio a 5 femminile di serie c, ma qui non è che stiamo tentando d’accarezzare un riccio.

Il test sul campo della nuova attrezzatura è andata, come immaginavo e temevo, così così. Avevo dimenticato di fissare una parte dell’obiettivo al gimbal. Provare a stabilizzare la reflex sul gimbal senza una superficie è impresa improba. Il monitor della reflex in piena luce è inutilizzabile e quindi la messa a fuoco manuale era impossibile.

Mentre si giocava, sono arrivati altri ragazzi, qualcuno ha anche giocato, nel torneo. Altri si sono fermati solo a guadare. Insomma c’è vita nei campetti, quelli sparsi dove non t’aspetti.

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