La Cultura Visiva

Indispensabile. Estranea al concetto soggettivo di bello e quindi di brutto. Racchiude l’insieme di esperienze fruite  principalmente attraverso il senso della vista. Non dissimile all’esperienza del lettore di libri, dell’appassionato ascoltatore di musica.
Puntualizzo. Le categorie del bello e del brutto, appartengono all’universo superficiale frutto della mancanza di conoscenza.

Gli elementi creati da coloro in possesso di questo bagaglio specifico di sapere, sono in grado di creare una emozione, di veicolare una esperienza. Vi raccontano qualcosa insomma. Attraverso una commistione di conoscenze dirette acquisite con l’osservazione e lo studio. Rimescolate da un immaginario personale che si proietta verso l’esterno.

Nel futsal, questa dimensione non esiste. Quasi.
Vi può capitare d’osservare di tutto. Grafiche pasticciate, dal sapore psichedelico, nel quale è difficile distinguere a stento il soggetto e il messaggio. La totale mancanza di coerenza cromatica, il sovrapporsi convulso di stili grafici, tutto contribuisce ad una estemporanea comunicazione del tutto inefficace.

Il volume enorme di stimoli visivi, audio-visivi, ai quali il fruitore medio è sottoposto lo rende altrettanto esigente. Inconsapevolmente esigente. La possibilità di avere la stessa informazione, confezionata secondo canoni adeguati al mezzo e al momento, indirizzeranno un possibile cliente, altrove. Nel futsal c’è questa percezione di agire in regime di monopolio: “se non leggono da noi, non c’è alternativa”. L’idea stessa che questo monopolio esista, apre il mercato ad una concorrenza capace di intercettare questo aspetto.

L’ha capito la Divisione Calcio a 5, che impiegando una figura specifica, Niccolò, ha completamente stravolta la sua immagine. Si è passati da veicolo per le veline di governo, in stile Pravda a un più agile portale. Dal forte impatto grafico, coerente. La divisione s’è trasformata in editore dei contenuti sportivi della disciplina che governa. L’ha fatto ingaggiando una battaglia sui contenuti e sulla presentazione degli stessi.

La fruibilità digitale resta condizionata a un problema ingegneristico, cioè il sito fa cagare per come è stato costruito. Non lo dico io, lo dice gmetrix. Questo è anche un problema di cultura visiva, anzi lo è alla base. Ci sono portali messi peggio, vecchi nella struttura, illeggibili su mobile. Il “benaltrismo”, del c’è di peggio, non vale, mai. Si può fare di meglio, con un costo limitatissimo e un guadagno esponenziale.

L’araldica sportiva è del tutto sconosciuta. Si contano un pugno di squadre con un brand identity frutto di uno studio. Il resto è lavoro di CUGGINI vari. Il copywriting aziendale è elemento sconosciuto, si anche la scrittura è in una certa misura cultura visiva. Sapere come scrivere e con che carattere, font è parte di questa ampio ambito creativo.
Se il Bitonto è stellare, il Città di Falconara cos’è quindi, almeno spaziale. Quindi il Pescara è siderale?
Un giocatore può essere “el tractor” come Zanetti o il “Sindaco” come Marco Osio non tutte e due le cose insieme.
Nota. Marco Osio a fine carriera è andato a giocare in Brasile, restando però sempre “il sindaco” di Parma.

Cultura visiva è creare dei video promozionali che raccontano qualcosa, che comunicano la famigerata emozione e che inducono lo spettatore a diventare cliente. Devono rispondere ad una domanda essenziale: “perché vi devono dare i loro soldi”. Recentemente ho creato un video promo per un noto torneo internazionale di calcio a 5. Ho risposto a quella domanda con alcuni elementi. Torneo di alto livello, squadre da tutto il mondo, mare e sole, luogo di villeggiatura. Ho offerto quindi delle ragioni per aprire il portafoglio. Io avrei messo anche più donne in costume ma l’albergo dove sono andato a fare le riprese era frequentato da pensionati.

Non basta prendere una serie di fotografie, di video raccattati in giro e montarli dentro un “parallax”, trovato in rete. Senza una idea, senza un messaggio è come mettere su IG le foto del tramonto con sotto quattro parole prese a caso da un sito di frasi celebri. Vi fa solo sembrare sciatti. Le interviste con l’audio ambientale, distruggono il tentativo di comunicare visivamente. L’audio di un video costituisce l’ottanta per cento dell’esperienza. Un microfono levalier costa poche decine di euro. Vedete, è sciatteria, è ignoranza, è CUGGINANZA.

Studio delle divise, inesistente. L’orripilante abitudine di stampare sponsor sui pantaloncini, letteralmente sul retro, continua a regnare sovrana. Palazzetti allestiti come accadeva negli anni ottanta, allestiti nei rari casi nei quali avviene.
Ho l’impressione che non ci sia la volontà di fare di meglio, le società dilettantistiche sono spesso un hobby, qualcosa di cui occuparsi dopo il lavoro. La prima conseguenza è questa generalizzata incuria.

L’ignoranza pervade l’intera comunità, compresa la mia. Con una differenza, sono consapevole di averla e faccio di tutto per contenerla all’interno di un recinto, il più piccolo possibile. La comunicazione efficace è tutta intorno a noi, basta cercarla, studiarla e capirla. Non è cultura visiva mettere uno sticker su uno screen di un articolo del vostro sito e poi pubblicarlo come storia. Quello può farlo anche la bimba seduta qui al tavolo che mi sta spiegando alla mamma come si condividono le stories di altri: “solo se ti taggano puoi”.

Spero inconsapevolmente, ma tutti gli attori di questo futsal italico, ogni volta che pubblicano e comunicano in maniera superficiale, negligente e trasandata, spingono il calcio a 5 più lontano dal futsal e più vicino al calcetto a 5.

https://youtu.be/a4em99bfceM

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