Lezioni dallo streaming

Per uno strano e impossibile trasferimento di conoscenze, l’utente medio di un mezzo, ne diventa una esperto conoscitore e costruttore. Bevi il caffè, sei esperto in torrefazione. Guardi le partite online, sei esperto di produzione e di streaming. Forse perché ogni tanto, hai premuto il pulsante “live” sul tuo smartphone.

No. Sei solo uno spettatore, per giunta decisamente ignorante. Da una posizione di fruitore questo individuo, pensa che assorbire contenuti passivamente, permetta di acquisire conoscenza. Io ho guardato mia nonna fare la crostata per anni. Tuttavia, fino a quando non mi sono sporcato le mani, non ho compreso, quanto fosse profonda la mia ignoranza nella fine arte della pasticceria.

Arriva la “prima” di Dazn come gestore esclusivo dei diritti della Serie A. Si è parlato di fallimento. Sono piovute critiche e soluzioni dai più disparati angoli dell’universo italico. Commercialisti che dispensano consigli e soluzioni tecniche, dall’alto della loro profonda conoscenza nella dichiarazione dei redditi. Venditori di arredi da bar, ufficiali di fanteria di marina e perfino l’iconica casalinga di Voghera.

Ignorano tutti, le più basiche informazioni e nozioni di creazione e distribuzione di contenuti. Pensano, probabilmente che un CDN potrebbe investirli mentre attraversano la strada. Un CDN è per semplicità un punto di distribuzione dei contenuti all’interno di un network. Quando vi collegate velocemente a qualcosa, un sito, una piattaforma, molto probabilmente state accedendo ad un CDN. Content Delivery Network, ha nodi posizionati ovunque per essere più vicina a tutti. Anche a te, boomer che pensi che Facebook sia tutto il web possibile.

Non ho intima conoscenza della struttura che DAZN ha in funzione in questo momento, per distribuire i suoi contenuti. Sono a disposizione pochissimi elementi tecnici, difficile quindi poter anche solo semplicemente raccontarne le scelte tecniche. Eleven Sports, di Radrizzani, il patron del Leeds di Bielsa, è più trasparente circa la sua struttura hardware e di supporto. Ad esempio.

Techcrunch è il punto di riferimento per le notizie di carattere tecnologico, gli approfondimenti tecnici e le nuove tendenze. Qualche giorno ho trovato proprio lì, un pezzo esaustivo. Si spiegavano le ragioni che hanno indotto, la UEFA Champions League ha cedere ad Amazon sedici partite, in esclusiva. Il colosso della vendita online, nell’ultimo decennio acquisito una struttura IT capace di reggere lo sforzo organizzativo di distribuire quel genere di contenuti. Non produrli, distribuirli. Da anni trasmette in esclusiva la partita del giovedì sera della NFL. Possiede il più grande player del mercato dello streaming: Twitch.

Il know-how, cioè il saper fare le cose, è importante. S’è persa, in questa era di accesso totale alle informazioni, la capacità di comprenderle. Torniamo futsal. Dopo le ritrosie iniziali, caratterizzate dal “ma poi mi guardano gli schemi” molto provinciali e da asini, s’è fatto molto, sul fronte streaming. Prigionieri però, del peggiore spazio per la condivisione di questi contenuti: Facebook.

Vittime di una ignoranza spacciata per conoscenza, di un “basta che si vede”. In molti hanno promosso questa narrativa dello streaming, casereccio. Primo risultato ottenuto: lo spettatore elevato a tecnico specializzato audiovisivo. “Non si sente”, per poi scoprire che aveva l’audio mutato. “Non si vede”, ma dal tuo bagno, seduto comodamente sul trono, tra il tuo telefono e la mini antenna del wifi di casa, c’è un muro di cemento. Più spesso del bunker sotto al Reichstag nel 1944.
Menzione distratta per i novelli commentatori sportivi, che fanno fatica a farsi capire quando ordinano i kiwi al pizzicagnolo sotto casa ma dispensano appunti sulle tecniche di narrazione.

Altro frutto velenoso dell’ignoranza è la convinzione che il pubblico sia presente solo su una precisa piattaforma. Falso, posso dimostrarlo con i numeri. In questa stagione sportiva il canale Twitch che controllo, ha trasmesso le partite di Prima Divisione Italiana di Football Americano. Canale che ha cambiato nome, per la vicenda nota, durante la loro stagione sportiva. Avrei dovuto in teoria perdere spettatori. Non è accaduto, anzi. Molte delle squadre, Guelfi Firenze in primis, sono migrate sulla piattaforma viola lasciando la presenza su YouTube nella quale ricollocano ora, contenuti più adatti.

La chiave è la conoscenza. Cosa funziona, dove e perché. Qual è il pubblico di riferimento? La parola pubblico mi ricorda che nel futsal, lo spettatore non è il tifoso ma è la società sportiva. Società sportiva che paga per avere “un certo contenuto, scritto in un certo modo, da condividere su Facebook”. Non esiste per questo nei fatti, la necessità di attrarre pubblico, di uscire dalla bolla di un algoritmo, di esplorare piattaforme che permettano una “discovery” più alta.

Quello che quindi si offre al lettore, è un contenuto piatto, uniforme, soporifero. Tanto da far sembrare “Non è la Rai” del compianto Boncompagni, giornalismo investigativo. Mai una domanda scomoda, mai un contraddittorio, mai una reale informazione. La ragione la potete leggere sopra, la comprendo e mi permetto di non condividerla.

In un contesto più generale, non possiamo ignorare la pandemia. I tradizionali distributori di contenuti sono stati costretti a rivedere le loro strategia. I contenuti on demand sono diventati parte essenziale della produzione, eliminando di fatto nelle nuove generazioni l’idea di palinsesto.

Il calcio ha perso per sempre la sua religiosa sequenza temporale. Le partite spalmate rendono indispensabile la possibilità per l’utente di richiamare appunto on demand, quello che è sfuggito, perso. Arma che però danneggia l’essenza profondo dello sport in diretta. Se conosco già il risultato, cosa la guardo a fare la partita? Mi bastano gli highlights. La NFL ha travato una risposta anche a questo, che non vi dico, ovviamente. Studiate.

Nella prossima annata di futsal femminile, probabilmente le migliori due partite della stagione: Falconara – Pescara e Pescara – Falconara le guarderò conoscendo già il risultato. Mi consolerò spero con quelle del maschile. Tuttavia ritengo che questo offra possibilità a chi si occupa di creare contenuti sul futsal, diverse nuove prospettive. Non ve le racconto, ,di nuovo, ovviamente. Non voglio rovinarvi la sorpresa e non voglio regalarvi l’idea, mi sembra giusto no?

Se il futsal fosse uno spettacolo con un alto valore, nessuno avrebbe problemi a pagare per vederlo. Se proprio non si hanno le possibilità, io ricordo ancora i tempi di Telepiù e quelle domeniche tutti a casa dell’unico che aveva l’abbonamento. Così è proprio gratis e non dovente nemmeno spendere i 5 euro di una pinta al pub che ha l’abbonamento business.

Personalmente pagherei più volentieri per del merchandise che per vedere una qualsiasi partita dal vivo. Se in questa stagione le migliori partite verranno trasmesse dalla Sky Arena di Salsomaggiore, il mio eventuale abbonamento vale molto meno, mancano le partite più belle. A proposito di Sky Arena, ma se paga la Divisione Calcio a 5, perché si chiama Sky Arena? Altra domanda, ma questa commissione incaricata di decidere quali partite saranno trasmesse su Sky, le decide su quali basi? Se queste decisioni verranno prese in corso d’opera, come faccio io spettatore a programmare una eventuale trasferta?

Si lo so, un sacco di domande, come al solito.

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