C’è una infinita letteratura sportiva. Quasi esclusivamente opera di autori non italiani, ma non per questo meno godibile.
Esistono libri, autori, imprescindibili. Quelli che: “non puoi non averlo letto”, perché raccontano di un universo sportivo e umano che pensiamo di conoscere e invece ignoriamo.
Inauguro così una serie di racconti, brevi, ma non ve l’assicuro. Nei quali cercherò di narrare del mio entusiasmo per quei libri che ho letto, che sto leggendo oppure rileggendo. Intorno ai tabellini, alle maglie baciate, alle frasi: “questa squadra è come una famiglia”, “sono felice di essere qui”, “sono importanti i dettagli” e l’immortale: “ogni partita è una finale”, esiste un bellissimo mare, cristallino, di parole.
In cima a questa ipotetica pila di libri c’è: Friday night lights. Questo non è semplicemente un romanzo. Il suo autore Harry Gerard Bissinger, non ha solo vinto il premio Pulitzer. Ha donato al mondo dei lettori, un ritratto degli Stati Uniti più profondo e dettagliato di qualsiasi studio sociologico e demografico. L’ha fatto raccontando una stagione di football americano, di High School. Scuole superiori, in Texas. Un po’ come dire calcio, in Brasile.
Ci sono le vicende umane e sportive di giocatori troppo giovani per reggere il peso delle aspettative di una intera comunità, invecchiati in fretta sotto il peso dei sogni di adulti che non hanno realizzato i proprio. Sullo sfondo di una cittadina del profondo sud, di quel Texas che è la pancia degli Stati Uniti. Un universo che sembra così lontano dalle metropoli cosmopolite ma che rappresenta quel sentimento americano che non si può ignorare.
Un racconto di vita, di emancipazione dalla povertà, attraverso il successo sportivo. Le capacità atletiche come strumento per una istruzione superiore altrimenti troppo costosa. Un sacrificio del proprio corpo nella speranza che possa servire a nutrire un giorno la mente. Un libro che è un ritratto, anche a tinte forti, dipinto da un autore capace di non ricorrere mai ad un luogo comune che sia uno. Mai ad un cliché, nessuna banalizzazione.
Una gemma, raffinata e cesellata a dovere. Come tutti i romanzi di grande successo, è stato oggetto di controversie. Di serie televisive, di film di successo, capostipite di una intera narrativa.
Se volete leggerlo, ma siete poveri in canna, oppure non riuscite a procurarvelo, scrivetemi. Ci pensò io a passarvi il libro, a patto ovviamente che siate dei lettori digitali incalliti come me, oppure vi convertite per l’occasione.
Ai pigri, quelli veramente avulsi alla lettura, il film merita, la serie tv di più. Perché? Peter Berg è un genio, vi parlerò di lui però in un prossimo pezzo.