Olimpiadi in corso. Nel pieno della competizione, in attesa dell’atletica leggera. La regina delle discipline olimpiche.
In questa afa di una assurda estate al microonde, ho notato una inusuale quanto benvenuta tendenza nella produzione degli eventi sportivi olimpici.
Hanno esordito diverse discipline che hanno in comune un elemento.
Sono veloci, si disputano con un ridotto numero di partecipanti per squadra, spesso sono miste.
L’automobilismo, proprio la Formula 1, ha sperimentato nelle recenti settimane il format nuovo per le prove del Gran Premio. Una sorta di “mini gara” dalla durata di giri molto limitata. Somigliava tanto alle competizione automobilistiche digitali. Mi sono accomodato in poltrona, una mezz’ora massimo quarantacinque minuti e via è finita.
Niente tempi morti, accade sempre qualcosa. Io, lo spettatore incollato allo spettacolo.
Decisamente com’è accaduto con il basket 3×3, si arriva a 21 punti. Singolo tempo di 10 minuti. Dieci minuti sono già tanti se considerate lo span d’attenzione medio di 2,5 minuti. Esattamente all’interno però della parentesi temporale d’attenzione di un appassionato di calcio, 15 minuti.
Skateboard. Sport che s’era preso MTV quando Music Television era ancora rilevante. Lo skate di Tony Hawk e il suo brand enorme che ha dominato non solo il suo universo sportivo ma anche lo spazio videoludico. Sport decisamente giovane, praticato da giovani. La medaglia d’oro più vecchia ha sedici anni, 16, lo scrivo anche con i numeri non vorrei che qualcuno si confondesse.
C’è anche abbondanza di discipline miste, dal badminton al nuoto artistico. Dal classico doppio misto di tennis al pattinaggio. Nella vela o nel tiro al volo. A Pechino per la prossima olimpiade invernale, crescerà ancora il numero di queste discipline che permettono un fluido scambio di generi.
Il tentativo è palese, attrarre come fruitori, spettatori e quindi clienti le giovani generazioni. Quelle che alla fine di guardare per ore, una macchina che fa “vrooooooom, vroooooooom” per settanta volte su una pista non ha proprio tutta questa voglia. Idem per il calcio, le nuove norme proposte, che saranno anche sperimentate, produrrebbero un prodotto sportivo proprio con quelle caratteristiche.
Manca il futsal, non credo perché non abbia le caratteristiche di velocità e di fruibilità. Quaranta minuti di tempo reale sono, compresi d’intervallo e momenti morti, circa un’ora e quaranta. Non tantissimo, nemmeno poco, ancora nel limbo del pensiero: “dai ho un paio d’ore libere”. Forse non è uno sport praticato da giovani, che attira giovani in maniera massiccia.
I grandi movimenti sportivi si stanno muovendo nella medesima direzione. Promuoversi verso gli spettatori di domani, che diventeranno anche i consumatori di domani. Quelli che sosterranno quello sport dal vivo, da casa, comprando il merchandise e i brand che quello sport veicolerà. Il domani vi sta già accadendo mentre leggete queste righe.
La domanda da porsi ora è: “cosa state facendo per andare incontro al dopodomani?”.