“Il nostro amo definirlo come il più fisico degli E-Sports, ha un grande appeal per le scuole ed è necessario attrarre le nuove generazioni. Negli anni il futsal si è alimentato con una comunicazione web e social, ma bisogna innalzarne il livello, per questo i prossimi passi vanno verso una diversa e nuova narrazione della disciplina”.
Raccolgo la provocazione, per di tale deve trattarsi, del Presidente della Divisione Calcio a 5, Bergamini.
Comprendo il parallelo, nella visione di un futsal capace di penetrare come sport, all’interno delle fasce di età che in questo momento si dedicano ad altre attività.
Immagino che il Presidente, veda nell’esplosione di popolarità degli eSport, si scrive così, senza il trattino così per diverlo, una occasione da cogliere. Posso ipotizzare che il presidente, il suo gruppo di lavoro e gran parte dell’organizzazione non abbiamo stretto tra le mani un controller di gioco negli ultimi cinquant’anni e non seguono quella che in gergo si definisce “la scena” degli eSport.
Quindi non so davvero di cosa diamine stiano parlando. Volevo usare una parola diversa al posto di “diamine”, poi ho pensato che era troppo scurrile. Ci sono delle differenze sostanziali che impediscono al futsal di raggiungere, percorrere, insomma intraprendere una strada simile.
La complessità del gioco. Il futsal non è il calcetto, necessità di parquet ad esempio, di una cifra atletica e tecnica, potrebbe rappresentare l’apice di un movimento più ampio però. No, nemmeno. Il calcetto, quello che si gioca tra amici durante la settimana viene praticato sull’erbetta sintetica. All’aperto, spesso con un pallone da calcio che rimbalza normalmente. Con regole diciamo adeguate al livello dei praticanti. Si paga per giocare, i praticanti si devono trovare tutti nella stessa località fisica, sempre, costantemente.
La forbice tra le due attività è evidente, quasi dissonante. Il futsal quindi non ha una base di praticanti che differisce dai professionisti solo per le capacità tecniche. Sono due entità al momento completamente differenti. Di conseguenza a differenza degli eSport, non ha una base di giocatori-praticanti.
Non ci siamo. Gli eSport traggono vantaggio proprio dalle necessità di uno sport tradizionale, eliminandole. Non c’è bisogno di pagare per giocare, i titoli più diffusi intorno ai quali ruota l’eSport sono gratuiti. Certo si paga l’attrezzatura per giocare, esattamente come si comprano scarpini, pantaloncini e maglietta. I partecipanti al gioco, ho mutuato di proposito questo termine dalle NOIF, non devono trovarsi nello stesso luogo fisico, nemmeno quelli che giocano nella stessa squadra.
Accessibilità. Posso giocare in ogni istante, ovunque. Velocità. Le partite durano 15-20 minuti, poi posso subito disputarne una seconda, terza, quarta. Semplicità, di regole, di premi. Tempo versus Soddisfazione, elevato al massimo grado.
Se vado a giocare a calcetto la sera, spesso manca qualcuno, non è che posso fermare il primo che passa per farlo giocare, anche perché, non passa nessuno. Il calcetto non è futsal, quindi che lo guardo a fare il futsal se io pratico uno sport diverso?
Comunicazione.
C’è questo pensiero vecchio, da boomer vi direbbero, che parla ai vecchi e che i vecchi possono capire. Necessario spesso, per raggiungere l’attuale pubblico ma inadeguato a penetrare altre fasce d’età, quelle del futuro. Senza comprensione, scatta il timore, la paura di essere obsoleti, sorpassati ed è un atteggiamento umano normalissimo.
Velocità.
I “meta” sui social cambiano di settimana in settimana, l’azione necessaria per essere rilevanti è così immediata da essere incompatibile con la natura burocratica della comunicazione istituzionale. Tra l’altro molta della comunicazione anche istituzionale viaggia sui social da “vecchi”. Difficile così attrarre nuove generazioni di potenziali acquirenti del prodotto.
Ci sono anche esempi virtuosi, o meglio tentativi indirizzati correttamente e sviluppati per un pubblico diverso da quello sedimentato. La LND ha uno spazio dedicato agli eSport. Diventati quasi una realtà parallela a quella tradizionale, svolta sui campi quelli anche in erba sintetica.
Il Futsal come eSport è già in ritardo. Sul web dove i meta cambiano continuamente, evolvono e si trasformano c’è la necessità di essere in anticipo con i tempi. Allargare la base di appassionati offrendogli alternative alla pratica convenzionale del futsal, rendendoli partecipi e attori di una realtà che non devono subire sono da acquirenti potenziali di un prodotto. Ecco, questa potrebbe essere una delle strade da percorrere.