Il quotidiano nazionale La Repubblica, torna ad occuparsi di calcio a 5, non per le sue vicende di campo. Qui l’articolo completo con i rimandi alle precedenti inchieste.
La prima indagine, pubblicata dalla testata lo scorso anno, scopriva letteralmente un vaso di Pandora. All’interno del quale si celavano “significative fattispecie attestanti disordine amministrativo”.
Nell’articolo inoltre sono riportate alcune gravi incongruenze legislative. Una di queste ruota intorno alla vicenda che vede coinvolto il Segretario della Divisione Calcio a 5 ed esborsi per 350 mila euro, attraverso la carta di credito aziendale. Curioso, riporta l’autore dell’articolo, come la sanzione disciplinare a carico del Segretario sia stata erogata proprio dalla Lega Dilettanti e non da un Tribunale Sportivo.
L’organismo di vigilanza elogia la nuova governance che “ha immediatamente disdetto la partecipazione nell’Associazione temporanea di scopo con Opes per un fumoso progetto che utilizzava fondi pubblici. La chiusura dei rapporti con Sport Italia (contestando le richieste della società) e con la MICRI di Michele Criscitiello”.
Sotto la cenere, le macerie della gestione Montemurro però sembra continuare a covare un bel mucchio di tizzoni ardenti. Una indagine della Guardia di Finanza, iniziata il 5 Novembre scorso e parallelamente una indagine amministrativa della Procura Contabile che da Maggio indaga per un possibile danno erariale. Sembra addirittura profilarsi un nuovo filone che coinvolge alcuni ex consiglieri federali, un rimborso legale di 13.956 euro e l’intreccio politico dell’interregno del Commissario della Divisione Calcio a 5.
Mentre si conclude una stagione difficile per l’intero movimento del Futsal, gli strascichi di quello che è stata una lunga gestione disinvolta della Divisione Calcio a 5 continuano a pesare sul futuro del movimento. Calcio a 5, sport minore. In difficoltà come tutte le realtà simili. In un momento nel quale le risorse diminuiscono, l’interesse vira altrove e la capacità di essere rilevante svanisce all’orizzonte. La narrativa, che spesso si cerca di proiettare verso l’esterno di: “sport più bello del mondo”, oltre ad essere comune denominatore in uno spazio occupato anche dalla Palla Corda, viene seriamente danneggiato da vicende e vicissitudini come questa.
Possiamo mettere la testa sotto la sabbia, nascondere lo sporco sotto il tappeto, aspettare che passi la tempesta. Tornare alla quasi normalità, in attesa però che qualche altro “impiccio” salti alla ribalta della cronaca nazionale.
C’è anche uno scenario differente. Uno nel quale le società, le singole entità sportive, decidono di consociarsi e controllare direttamente la macchina organizzativa, senza deleghe. I soldi spesi con tanta disinvoltura, sono delle società. Sono loro che producono ricchezza. Dovrebbero pretendere di decidere, anche sulla distribuzione di quei denari.